Uomo politico iraniano, settimo presidente della Repubblica islamica dell'Iran (n. Sorkheh 1948). Ha intrapreso gli studi religiosi nel 1960 presso il seminario di Semnan, trasferendosi l’anno successivo in quello di Qom ed accedendo all’università di Teheran nel 1969, dove nel 1972 ha conseguito la laurea in Giurisprudenza, per poi completare il suo iter di studi alla Caledonian University di Glasgow. R. ha intrapreso la carriera politica al seguito dell’ayatollah Khomeini, impegnandosi dopo la rivoluzione islamica nella riorganizzazione dell'esercito e delle basi militari. Eletto all'Assemblea consultiva islamica nel 1980, è stato deputato per cinque mandati consecutivi fino al 2000, ricoprendo negli anni successivi prestigiosi incarichi all’interno dell’apparato dirigente della Repubblica islamica: membro del Consiglio Supremo della Difesa (1982-88), del Comitato esecutivo (1986-88), e vice comandante delle Forze Armate (1988-89), ha inoltre rappresentato l'ayatollah Khamenei presso il Supremo consiglio per la sicurezza nazionale di cui dal 1989 al 2005 è stato segretario, dimettendosi dalla carica per i contrasti nati con il presidente M. Aḥmadīnizhād in merito al programma nucleare, di cui dal 2003 era stato capo negoziatore. Riformista moderato, molto vicino all’ex presidente ‛A.A. Rafsangiānī che ne ha forgiato la carriera politica, favorevole al programma nucleare ma fautore di una politica estera maggiormente aperta al dialogo con l’Occidente, nel maggio 2013 si è candidato alle presidenziali ottenendo alle consultazioni tenutesi nel mese successivo la vittoria al primo turno con il 50,7% delle preferenze; l'elevata partecipazione al voto (80%) ha conferito alla Repubblica islamica legittimità democratica, avviando il Paese verso relazioni internazionali più distese e un impegnativo programma di risanamento economico. La politica di mediazione di R. ha consentito nell’aprile 2015 di raggiungere a Losanna un primo accordo tra l'Iran e i Paesi del Gruppo 5+1, grazie al quale la Repubblica islamica si è impegnata a ridurre le attività di arricchimento e di stoccaggio dell’uranio e a consentire l’accesso nel Paese agli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, in cambio della progressiva rimozione delle sanzioni relative allo sviluppo del nucleare imposte da Stati Uniti e Unione Europea; il rispetto dell'accordo ha permesso nel gennaio 2016 la revoca delle sanzioni economiche contro il Paese. La politica aperta al mutamento di R. è stata premiata alle consultazioni per il rinnovo del Parlamento e dell'Assemblea degli esperti del febbraio 2016, alle quali la lista del presidente e dell'ex capo di stato H. Rafsanjani, sostenuta da riformisti e moderati, ha ottenuto il 90% dei voti a Teheran aggiudicandosi i 30 seggi in lizza nella capitale e guadagnando terreno anche su base nazionale. Nel maggio 2017 l'uomo politico è stato riconfermato alla guida del Paese al primo turno delle consultazioni presidenziali, alle quali ha ottenuto circa il 57% dei consensi contro il 38,5% aggiudicatosi dal principale avversario, il conservatore E. Raisi, che gli è subentrato nella carica a seguito delle elezioni del giugno 2021.