Economista e storico (Heilbronn 1838 - Bad Harzburg 1917), prof. nelle univ. di Halle (1864-72), Strasburgo (1872-82) e Berlino (1882-1913), membro del Consiglio di stato (1884) e della Camera dei Signori (1899) della Prussia; socio straniero dei Lincei (1909). È considerato capo della "giovane scuola storica", che applicò il metodo storico propugnato da W. Roscher, B. Hildebrand e K. Knies, rivedendone criticamente le premesse, troppo legate ancora ai principî della scuola classica e del diritto naturale. Attraverso le sue monografie sulla storia economica della Germania, la serie di ricerche del genere da lui promossa (Staats- und Sozialwissenschaftliche Forschungen, 1878 e segg.), la direzione del periodico che da lui prese il nome di Schmollers Jahrbuch, e la sua partecipazione alla polemica sul metodo contro i teorici dell'economia pura (cioè sia contro l'economia classica sia contro la scuola marginalista), S. esercitò una grande influenza sull'indirizzo scientifico tedesco. Sostenne l'importanza dei fattori psicologici, sociologici e filosofici come determinanti del sistema economico e gli intimi rapporti tra economia e diritto positivo e accettò, al fine di realizzare gradualmente una miglior giustizia distributiva, l'intervento dello stato, tanto che al suo gruppo, dopo il congresso di Eisenback (1872), fu dato il nome di socialismo della cattedra. In realtà fu però sempre contrario al programma del partito socialdemocratico e ad ogni riforma di natura socialistica: insieme con A. Wagner e altri fondò nel 1872 il Verein für Sozialpolitik e nel 1890 ne assunse la direzione. Opere principali: Über einige Grundfragen des Rechts und der Volkswirtschaft (1875), in polemica con H. von Treitschke; Zur Literaturgeschichte der Staats- und Sozialwissenschaften (1888); Über einige Grundfragen der Sozialpolitik und Volkswirtschaftslehre (1898); Grundriss der allgemeinen Volkswirtschaftslehre (2 voll., 1900-04), da cui fu tratta l'opera postuma Die soziale Frage (1918).