Vedi Guinea Bissau dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2016
La vita politica della Guinea-Bissau è stata caratterizzata da una forte instabilità fin dall’indipendenza, concessa dal Portogallo il 10 settembre 1974, poiché l’ingerenza del potere militare è sempre stata molto estesa. Numerosi colpi di stato si sono susseguiti, tanto che a tutt’oggi nessun presidente ha mai completato il suo mandato senza essere destituito. L’ultimo rovesciamento di governo è avvenuto il 12 aprile 2012, quando l’esercito ha deposto Raimundo Pereira, presidente ad interim entrato in carica dopo la morte del presidente Malam Bacai Sanhá, avvenuta il 9 gennaio 2012. A capo del governo di transizione è stato posto, il 19 aprile, Manuel Serifo Nhamadjo, che, incitato dalle forti pressioni internazionali, ha comunque cercato di adottare soluzioni più inclusive e ha chiamato nel suo esecutivo membri del Partido Africano para a Independência da Guiné e Cabo Verde (Paigc), il partito che detiene la maggioranza dei seggi in parlamento. Nel 2013 l’arresto di due massimi esponenti delle forze armate per narcotraffico, fra cui Antonio Indjai, uno dei protagonisti del colpo di stato del 2010, ha in parte ridimensionato l’influenza della componente militare sul governo. Le elezioni presidenziali, inizialmente previste per il 2013 e poi posticipate al 2014, hanno visto vincitore José Mário Vaz, membro del Paigc. Nell’agosto 2015 il presidente ha sciolto il governo di Domingos Simões Pereira (leader del Paigc) e nel mese successivo ha nominato primo ministro Carlos Correira.
Gli aiuti internazionali e la ricostruzione, dal punto di vista economico e sociale, sono legati alla stabilizzazione e alla concreta volontà dei suoi leader di realizzarla. Alla sospensione del paese dalla membership dell’Unione Africana (Au), poi revocata nel giugno 2014 in seguito all’elezione del nuovo presidente, si è aggiunta quella delle donazioni europee e dei programmi del Fondo monetario internazionale (Imf), poi successivamente riavviati. In particolare, nel 2010 l’Eu ha interrotto il piano di sostegno alle forze armate per mancanza dei requisiti di base. La stessa Angola, che aveva in passato sostenuto il governo della Guinea-Bissau, ha nettamente diminuito i suoi aiuti. L’Ecowas, e in particolare Nigeria e Senegal, continua a mantenere i rapporti, soprattutto in un’ottica di prevenzione e difesa della sicurezza regionale. Le relazioni con gli Usa sono fortemente condizionate dal coinvolgimento di alcuni leader militari nel traffico internazionale di stupefacenti: la Guinea-Bissau è un importante snodo di smistamento della cocaina proveniente dall’America Latina. Il traffico di cocaina è così diffuso che la Guinea-Bissau viene oggi considerata un narcostato. Le Nazioni Unite hanno rinnovato fino a febbraio 2016 la loro missione in loco, in concertazione con Ecowas e Au, proprio per vigilare sul processo di normalizzazione del paese.
L’instabilità politica mette a rischio gli aiuti internazionali e con essi la crescita economica, che si è comunque attestata sul 4,7% per il 2015. L’economia è altresì indebolita dal fardello della spesa pubblica, a sua volta appesantita da fenomeni anomali come i cosiddetti lavoratori-fantasma, dipendenti pubblici deceduti o mai esistiti, regolarmente retribuiti (nell’agosto 2010 il governo ha scoperto tramite un censimento l’esistenza di circa 3000 casi).
La Guinea-Bissau ha un’industria poco sviluppata e non in grado di sfruttare le risorse minerarie (bauxite e fosfato) di cui dispone. Il paese esporta anacardi (80% sul totale delle esportazioni) e, in minor misura, prodotti ittici, specialmente gamberetti. Il 98% degli anacardi è venduto al maggior partner commerciale del paese, l’India, con cui l’interscambio negli ultimi tre anni è cresciuto mediamente quasi del 60% e con cui Bissau intrattiene una solida relazione diplomatica.