Guglièlmo I d'Orange-Nassau, detto il Taciturno (nederl. Willelm de Zwijger), statolder delle Province Unite dei Paesi Bassi. - Figlio (castello di Dillenburg, Nassau, 1533 - Delft 1584) del conte Guglielmo di Nassau e della contessa Giuliana di Stolberg, fu membro del Consiglio di Stato dei Paesi Bassi e governatore (statolder) nelle province di Olanda, Zelanda e Utrecht (1559). Contrario all'assolutismo e al centralismo spagnolo, capeggiò la rivolta dei Paesi Bassi contro Filippo II, ma fallì non riuscendo a costruire una nazione unitaria olandese. Convertitosi al calvinismo (1573) aderì all'unione di Utrecht (1579) e divenne governatore generale della Repubblica delle Province Unite che nel 1581 si separò formalmente dalla Spagna.
Fu educato nella fede luterana, ma abbracciò la religione cattolica (1544) quando ereditò dal cugino Renato di Nassau il ducato francese di Orange e diversi possedimenti nei Paesi Bassi. Favorito di Carlo V e di Filippo II, fu nominato membro del Consiglio di stato dei Paesi Bassi e quindi (1559) governatore (statolder) nelle province di Olanda, Zelanda e Utrecht. Contrario all'assolutismo e al centralismo spagnolo nei Paesi Bassi, G. sosteneva di fronte a Filippo II i privilegi degli stati, non approvando le persecuzioni contro gli acattolici. Con l'invio del duca d'Alba il contrasto con la Spagna divenne insanabile: G. si ritirò nel castello di Dillenburg (1567), né comparve dinanzi al tribunale speciale. Essendogli pertanto stati confiscati i beni e avendo fatto il duca d'Alba rapire da Lovanio il suo primogenito Filippo Guglielmo, G. iniziò, dapprima senza alcun successo, la guerra contro gli Spagnoli. Nel 1573 si convertì al calvinismo. Liberata Leida (1574) e conseguita con la pacificazione di Gand l'unione delle province olandesi, G. dovette in seguito, a motivo dell'intransigenza dei calvinisti, rinunciare al suo disegno di una grande nazione unitaria olandese, e aderì (1579) all'unione di Utrecht. Fatto deporre Filippo II (1581), fu offerta la sovranità, dietro suggerimento di G., al duca Francesco d'Angiò, che tuttavia, per le sue tendenze assolutistiche, fu anch'egli costretto, di lì a poco, a rinunciare agli stati. G. accettò pertanto il governatorato generale sugli stati dell'unione di Utrecht, ma rinunciò alla sovranità sul ducato di Brabante. Aspirava invece ad assumere per sé e per i suoi discendenti il dominio sulle contee di Olanda e Zelanda, ma non raggiunse questo scopo perché fu assassinato da un certo B. Gérard.