GIUBA (o Ganana; A. T., 116-117)
Fiume dell'Africa orientale, il maggiore della Somalia; nasce negli altipiani Galla, in territorio etiopico, e mette foce nell'Oceano Indiano poco a S. dello Equatore, in territorio italiano. Il Giuba trae origine da tre tronchi principali: il Daua, il Ganale e l'Ueb, che si riuniscono alquanto a monte di Dolo. Il Ganale, denominato Ganale Doria dal capitano V. Bòttego, che lo esplorò per il primo nel 1892-93, è il più importante di questi rami: nasce col nome di Guddà nell'altipiano Sidamo, a breve distanza dalle sorgenti dell'Uebi Scebeli, a una quota di oltre 2800 m., e riceve subito il contributo di varî altri torrenti, originati nello stesso massiccio. Dopo un tratto in direzione di SE., devia nettamente a E., e, formate le cascate Baratieri e Dal Verme, riceve da sinistra il Welmal e l'Uebi Mane, e come questi corre in direzione NO.-SE., che conserverà poi fin oltre Dolo. Circa 16 km. a monte di questo villaggio è la confluenza dell'Ueb, o Ueb Gestro, che proviene dal versante meridionale dei Monti di Laggio (m. 3420) e drena gli altipiani degli Arussi e dei Baale, passando presso Mogalo sotto un gigantesco ponte naturale detto Logh o Windlawn. A Dolo il Ganale riceve da destra il Daua o Daua Parma, suo principale affluente. Nasce questo col nome di Uraga nella stessa regione ove ha le sue sorgenti il Ganale e per buon tratto corre parallelamente a esso, subendo del pari una deviazione verso E. ed ENE., durante la quale assume il nome di Auata; ma riprende poi la direzione primitiva, fino al 4° di lat.; qui la valle si allarga e il Daua volge a E., fino a raggiungere il Ganale. A partire da Dolo il Giuba, ormai imponente, assume il nome di Ganana (col quale, esclusivamente, è conosciuto dai Somali che abitano la regione) e corre in territorio italiano. Nel tratto fra Dolo e Lugh, per una settantina di km., esso serpeggia attraverso pianure gessose e desolate, conservando la primitiva direzione di SE.; a Lugh, che sorge al collo di un ampio meandro del fiume, volge però direttamente a S., direzione che, pur con infiniti serpeggiamenti, conserverà fino alla foce. Fra Marillè e Bardera il Giuba scorre per buon tratto in una stretta gola scavata nell'altipiano calcareo ed è interrotto a più riprese da rapide, di cui le più importanti sono quelle di Fannuen, ma le più celebri quelle di Matagassile o Arriento, 30 km. a monte di Bardera, dove arenò nel 1864 il battello dell'esploratore C. Claus von der Decken. Qui cessa anche attualmente la navigabilità del Giuba con battelli di qualche mole. Il corso a valle di Bardera è per lunghi tratti fiancheggiato da foresta galleria, poi oltre Bidi da coltivazioni indigene ed europee, alternate a tratti da palmeti di Hyphaene. Tra le concessioni sono da ricordare sulla riva destra quella di El Ualud, sulla sinistra quelle di Margherita, Bulomerere, Haf, Ionte, Bender Suguma, Bieja.
A partire da Dolo il Giuba non riceve alcun affluente di qualche importanza: vi convergono solo le acque dei bohol (corsi d'acqua temporanei) i quali sono di solito impediti di affluire liberamente al collettore dal fatto che questo corre pensile sulla pianura; onde le loro acque s'impaludano spesso nelle depressioni laterali (descèc) fiancheggianti l'alveo. Anche all'Uebi Scebeli, che inizialmente dovette essere affluente di sinistra del Giuba, è ora impossibile superare normalmente l'ostacolo e le sue acque s'impaludano e si disperdono nella depressione detta Ballei, a 10 km. dal mare; e altrettanto accade sulla sponda destra dell'Oltregiuba, dove il Descèc Uama (o Lago Hardinge) raccoglie le acque del corso temporaneo del Lach Dera, emissario della palude Lorian posta nella finitima colonia del Kenya: pare che in periodi di piena del Descèc Uama, questo possa versare parte delle sue acque nel Giuba; mentre il Giuba alla sua volta si riverserebbe nell'Uama durante le sue massime piene. L'esiguità degli affluenti, lo stato pensile di gran parte del corso inferiore, l'esistenza di diramazioni e di letti abbandonati, unitamente alle condizioni semiaride del clima, fanno sì che il Giuba vada in questa parte impoverendosi d'acqua; tuttavia a Bardera furono misurate portate di piena di 721 mc., a Margherita di 602-544 mc. Nell'ultimo tratto del suo corso il Giuba volge pigramente il suo corso attraverso la pianura fertile e pingue della Goscia, formando infiniti meandri, e isole fluviali, tra le quali quella detta Mombasa abitata da popolazione di cacciatori Uaboni; tra le diramazioni sono specialmente importanti quella detta Uebi Ier, o fiume piccolo, e il canale di Fungalango. Oltrepassata finalmente la gigantesca duna litorale, il Giuba si getta in mare presso i villaggi di Giumbo e di Gobuen con una tipica foce a uncino, soggetta a notevoli spostamenti per effetto del giuoco contrastante delle piene e dei monsoni.
Bibl.: V. Bottego, Il Giuba esplorato, Roma 1895; A. Donaldson Smith, Through unknown African Countries, Londra 1897; I. N. Dracopoli, Through Jubaland to the Lorian Swamp, Londra 1914; C. Citerni e L. Vannutelli, L'Omo. Viaggio di esplorazione nell'Africa orientale, Milano 1899; R. Governo della Somalia Italiana, Il Giuba, Torino s. a. [1926]; id., La Vallata del Giuba, Torino s. a. [1927]; Commissariato generale dell'Oltre Giuba, Notizie sul territorio di riva destra del Giuba, Roma 1927.