Scrittore italiano (n. Livorno 1888 - m. in guerra a Zagora sul Monte Cucco 1915); esordì con poesie d'ispirazione carducciana. Nel 1910 succedette al padre Averardo nella direzione del Nuovo giornale di Firenze, conseguendo larga rinomanza come critico e polemista. Scrisse anche commedie, novelle, alcuni racconti per l'infanzia. Cultore di Dante, ne tenne pubbliche letture. Cresciuto in ambiente anticlericale, giunse, nel 1914, attraverso una crisi spirituale, accelerata da lutti domestici, a convertirsi al cattolicesimo. Conversione di cui recano testimonianza le Confessioni a Giulia (1912-13, pubbl. post. nel 1920), il Testamento spirituale (1915), i Colloqui (post., come le opere seguenti, 1916), le Lettere dal fronte, agosto-novembre 1915 (1916, a cura di M. Bontempelli), i Colloqui scritti al fronte (1918).