Wright, Frank Lloyd
Architettura e natura
L’architetto statunitense Frank Lloyd Wright è stato una figura di geniale creatività e di vitale importanza nella storia dell’architettura moderna. Alla base del suo metodo progettuale vi è una concezione organica dell’architettura da pensare in costante riferimento con la natura
Lo statunitense Frank Lloyd Wright, nato a Richland Center nel 1867, pose a fondamento della sua architettura il rapporto tra uomo, spazio architettonico e natura. La concezione dell’architettura di Wright si può definire organica: la progettazione di un edificio segue le leggi degli organismi naturali, plasmandosi di volta in volta a seconda delle necessità di chi lo usa e delle caratteristiche del luogo dove deve essere realizzato.
Questi concetti sono in chiara contrapposizione con la concezione razionalista, rappresentata da Le Corbusier e da Ludwig Mies van der Rohe, secondo i quali l’architettura poteva essere rappresentata da formule e metodi astratti.
Nel 1893, dopo sei anni di collaborazione con l’architetto Louis Sullivan, Wright decise di intraprendere una carriera autonoma, affrontando il tema delle ville: le cosiddette prairie houses («case della prateria»).
La caratteristica principale di questi edifici, su tutte la Villa Robie a Chicago (1908-09), è di avere al centro dello spazio interno l’elemento del camino, vero e proprio fulcro attorno al quale vengono disposti gli ambienti per la vita in comune, non più delimitati da muri o chiusi da porte, bensì unificati in sequenze di spazi. All’esterno di queste case sono accentuate le linee orizzontali, con tetti e pensiline fortemente aggettanti sul corpo della casa.
Il metodo organico di Wright trova la massima espressione nella Villa Kaufmann a Bear Run, realizzata tra il 1936 e il 1939 e nota come Casa sulla cascata. L’edificio è costruito in mezzo a un bosco, su una roccia dominante una piccola cascata. La difficoltà e la particolarità del luogo sembrano aver dato vita alle idee progettuali: all’esterno una serie di pensiline e terrazze a sbalzo sul corso d’acqua si dispongono senza alcuna simmetria attorno a setti verticali in pietra naturale.
All’interno lo spazio principale del soggiorno presenta il camino ricavato in un masso di pietra grezza, lasciato volutamente al naturale per rendere al meglio l’idea di un organismo che sembra generato dal luogo e che pone l’uomo in stretto rapporto con la natura.
Nei circa settant’anni della sua lunghissima carriera professionale Wright progettò più di mille edifici, non tutti però realizzati; tra questi la maggior parte è occupata da case unifamiliari, anche se frequenti furono gli incarichi per altre tipologie come uffici, edifici sacri e musei.
Negli edifici destinati a uffici Wright pose particolare attenzione alle condizioni di lavoro degli impiegati. Nel Larkin Building a Buffalo (1904) gli uffici si affacciano su uno spazio centrale vuoto, illuminato dall’alto e con particolari tecnici appositamente progettati per migliorare il lavoro: dall’aria condizionata ai mobili in acciaio. Anche nel Johnson Building a Racine (1936-39) vi è uno spazio unificato per uffici, caratterizzato da una successione di sottili pilastri a forma di fungo e da fasci di tubi di vetro che permettono l’illuminazione dall’alto.
Tra le opere più note di Wright va citato il Museo Guggenheim di New York (1945-59), l’unico edificio che costruì nella città e che fu inaugurato pochi giorni dopo la scomparsa del suo ideatore, avvenuta a Phoenix nel 1959. L’architetto immaginò un edificio di forma e carattere inconsueti rispetto alla funzione che doveva svolgere: una spirale allargata verso l’alto, con un vuoto centrale attorno al quale si dipana una rampa ascendente, illuminata da strette feritoie in vetro. L’idea di Wright si basava sul concetto di una passeggiata artistica: appena entrati nell’edificio, infatti, se si prende l’ascensore, si può arrivare all’ultimo livello e iniziare a scendere lungo la rampa ammirando i quadri esposti, evitando così di percorrere lunghe gallerie e rampe di scale tra un piano e l’altro, come avviene nei musei tradizionali.
Forse quello che si ammira di più nel museo non sono tanto le opere esposte, quanto proprio l’organizzazione dello spazio creata da Wright!