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Gehry, Frank Owen

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Architetto canadese naturalizzato statunitense (n. Toronto 1929). È tra i maggiori interpreti del decostruttivismo: la sua ricerca è caratterizzata da un processo di scomposizione dell'edificio in unità volumetriche, riassemblate poi con una solo apparente illogicità, e dalla predilezione per le linee oblique e per materiali spesso inusuali (rete metallica, lamiera ondulata ecc.). Alcune delle soluzioni formali di G. sono state messe a punto giovandosi delle possibilità simulatorie della progettazione virtuale. Tra le sue principali realizzazioni occorre citare il  Guggenheim Museum a Bilbao, Spagna (1997), e l'Experience music project a Seattle, Washington (2000). Leone d'oro alla carriera alla Mostra internazionale di architettura di Venezia (2008).

Vita e attività

Dopo aver studiato alla University of Southern California e alla Harvard University, ha lavorato per lo studio di V. Gruen e, dal 1962, è titolare di uno studio a Los Angeles. Dopo aver trasformato radicalmente l'idea stessa dell'abitazione unifamiliare negli anni Ottanta, G. ha ulteriormente sviluppato la sua pratica della composizione per collage e dell'architettura come metafora urbana in organismi complessi che interpretano suggestioni tratte dall'arte contemporanea. L'uso di particolari software derivati dall'industria aeronautica gli ha consentito di sviluppare, nel corso degli anni Novanta, architetture fatte di forme libere e di materiali diversi in cui viene spinta al limite la dialettica tra stabilità e squilibrio, da sempre presente nella sua ricerca. A cavallo tra gli anni Ottanta e i Novanta ha realizzato, oltre a numerose case private: Cabrillo marine museum, San Pedro (1979); Law School, Loyola University (1981) e California aerospace museum (1982) a Los Angeles; Museum of Art, Santa Monica (1988). A partire dal progetto per la Walt Disney concert hall di Los Angeles (che ha dovuto attendere dieci anni dalla sua prima stesura del 1988 per vedere l'avvio del cantiere e che è stato portato a termine nel 2003), una linea di ricerca ininterrotta collega il Frederick R. Weisman art and teaching museum a Minneapolis (1993), il Center for the visual arts a Toledo nell'Ohio (1993), l'American Center a Parigi (1994), la sede della Vitra International a Birsfelden, in Svizzera (1994), la sede amministrativa del Team Disney ad Anaheim, in California (1995), la sede della Nationale-Nederlanden a Praga (1996). La componente scultorea e la complessità di programma hanno raggiunto un picco con quella che è stata riconosciuta come una delle sue opere migliori, il già citato Guggenheim Museum a Bilbao, un'architettura che è stata capace di rilanciare l'immagine di un'intera città, mentre con l'Experience music project di Seattle l'esito, sempre più dirompente, riconduce l'enfasi di diverse forme e colori a presenza spettacolare. Tra gli altri numerosi progetti portati a compimento negli ultimi anni: la Gehry Tower a Hannover (2001); l'Issey Miyake a New York (2001); il Maggie's centre a Dundee, in Scozia (2003); il Ray and Maria Stata Center a Cambridge, nel Massachusetts (2004); la Brian Transeau's house a Los Angeles, California (2006); gli IAC/InterActiveCorp Headquarters di New York (2007). Vincitore nel 1989 del Pritzker architecture prize, è stato il primo architetto a ricevere il Dorothy and Lilian Gish award (1994); nel 2008 gli è stato assegnato il Leone d'Oro alla carriera dell'11° Mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia. Per la città lagunare G. ha progettato la sua prima opera italiana, il Venice gateway, terminal nautico e spazio polifunzionale che collegherà l'aeroporto Marco Polo con il centro storico ribadendo il profondo legame che esso intrattiene storicamente con l'elemento acqueo. Il percorso ideativo tracciato dall'architetto a partire dalla rivoluzione stilistica del Guggenheim Museum di Bilbao è stato compiutamente ricostruito nell'esposizione Frank O. Gehry dal 1997 (Triennale di Milano, 2009, a cura di G. Celant). Tra i suoi lavori più recenti si citano qui: il New World Center di Miami Beach (2010); il Lou Ruvo Center for Brain Health di Las Vegas (2010); la Beekman Tower di New York (2011); il Biomuseo di Panama (2014);  la Guggenheim Abu Dhabi (2017); il Dwight D. Eisenhower Memorial, Washington D.C. (2020).

Risorse correlate

Triennale di Milano - Frank O. Gehry dal 1997

Vedi anche
decostruttivismo (o decostruzionismo) Corrente architettonica impostasi all'attenzione internazionale alla fine degli anni Ottanta del 20° secolo. Il d. si ricollega alle sperimentazioni del costruttivismo russo nel rifiuto netto della purezza formale della tradizione modernista: si disegnano allora edifici dalle geometrie ... Peter Eisenman Architetto statunitense (n. Newark, New Jersey, 1932). Profondo conoscitore del razionalismo italiano, teorico del gruppo newyorkese dei Five architects, ha progettato piani residenziali e di urbanistica, innovative abitazioni private e edifici pubblici, ricercando sempre una dialettica fra opposti architettonici. Vita ... Ground Zero Locuzione (propriamente "livello zero", impiegata per indicare l’area desertica del New Mexico dove erano stati effettuati i primi test nucleari nel 1945, e successivamente le città di Hiroshima e Nagasaki, devastate dalle due bombe atomiche statunitensi alla fine della seconda guerra mondiale) con cui ... Harvard University Università del Massachusetts, fondata nel 1636 a New Towne (od. Cambridge). Prese il nome dal suo primo benefattore, il pastore J. Harvard (1607-1638), che donò all'istituzione la sua biblioteca e metà dei suoi possedimenti. È la più antica e famosa università degli Stati Uniti. L'ordinamento fu ispirato ...
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