foglia
Laboratorio chimico e polmone delle piante
La foglia è un piccolo laboratorio efficiente dove avvengono i tre processi indispensabili alla vita vegetale: fotosintesi, respirazione e traspirazione. È di colore verde per via della clorofilla. Attraverso piccole aperture dette stomi, ciascuna foglia scambia sostanze gassose con l'esterno. La sua forma, i margini, le nervature e le dimensioni variano da una pianta all'altra e nella stessa pianta
Quasi tutte le foglie sono verdi, sorrette da un breve peduncolo detto picciolo e formate da una lamina sottile. Hanno un lembo o pagina superiore, rivolto verso la luce, di colore verde scuro perché ricco di clorofilla, il pigmento capace di catturare la luce del sole e quindi di innescare la fotosintesi.
La pagina superiore è anche lucida perché rivestita da una cera, mentre quella inferiore, di colore verde più chiaro, è rivolta verso il basso e spesso ricoperta da una fitta peluria per trattenere l'umidità. Anche la pagina inferiore ha un ruolo importantissimo perché presenta numerose aperture molto piccole, simili a bocche, dette stomi. Questi sono delimitati da due cellule di guardia che, in particolari condizioni, si gonfiano d'acqua e si deformano provocando l'apertura dello stoma.
Al contrario, quando le cellule di guardia perdono acqua, si sgonfiano e lo stoma si chiude; la foglia così non comunica più con l'esterno. In questo modo gli stomi regolano la fotosintesi e la traspirazione perché lasciano passare, all'interno della foglia, l'anidride carbonica proveniente dall'aria e, verso l'esterno, l'ossigeno prodotto con la fotosintesi e il vapore acqueo prodotto dalla respirazione insieme all'anidride carbonica.
La vita di tutte le piante è perciò affidata allo sviluppo di una superficie fogliare molto estesa che, nello stesso tempo, assicura sia la cattura della massima quantità di luce disponibile, sia gli scambi gassosi con l'esterno.
Alcune piante hanno foglie dalla forma allungata simile a un nastro, come il grano o le orchidee selvatiche, altre simile a un ago, come gli abeti, oppure a forma di cuore, come i ciclamini; altre ancora sono ovali, come quelle del faggio, altre lanceolate come nel salice o composte perché formate da tante piccole foglioline semplici raccolte insieme lungo un asse verde, come quelle del trifoglio. Alcune hanno i margini lisci (per esempio, la magnolia), altre li hanno dentellati come la lama di una sega (per esempio, l'olmo e il faggio), altre li hanno provvisti di spine o con lobi più o meno arrotondati (per esempio, l'agrifoglio), alcune dai bordi lobati (per esempio, le querce).
Sulla superficie delle foglie sono evidenti le nervature, quelle linee più scure sulla pagina superiore o più chiare e rigonfie su quella inferiore. Si tratta di canali o tubi che si estendono lungo tutta la foglia a partire dalla base ancorata al picciolo; questi tubi si ramificano e si assottigliano sempre più fino a quando, in corrispondenza dei margini laterali, sono così sottili che è difficile percepirli al tatto. Attraverso le nervature, tutte le cellule della foglia sono rifornite di acqua e di sali minerali provenienti dalle radici (linfa grezza), mentre l'acqua e gli zuccheri (linfa elaborata) prodotti dalle cellule della foglia con la fotosintesi sono trasportati in senso opposto: dalle foglie a tutti gli altri organi della pianta, comprese le radici.
Le 'foglie d'ombra', così chiamate perché meno esposte alla luce del Sole e situate nella parte più bassa della chioma di un albero, sono spesso più grandi rispetto a quelle situate più in alto e quindi più esposte alla luce. Questo perché le prime hanno bisogno di aumentare la loro superficie per catturare una quantità di luce sufficiente.