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Chevrier, Ferdinando

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Chevrier, Ferdinando. – Pittore italiano (Livorno 1920 - ivi 2005). Iniziò il suo apprendistato artistico fra il 1934 e il 1936 frequentando lo studio del pittore post-macchiaiolo R. Renucci. Nel 1946, dopo la pausa della guerra che lo vide impegnato sul fronte greco-albane;se, tornò a dipingere e si iscrisse alla scuola d'arte Amedeo Modiglia;ni diretta da V. Fontani. Il suo esordio pubblico risale al 1948, quando espose le prime opere di chiara ispira;zione neocubista in due mostre collettive a Bottega d'Arte di Livorno. Al passaggio del nuovo decennio, C. abbandonò la figurazione per abbracciare un tipo di astrazio;ne geometrica caratterizzata da un marcato senso del movimento dato dal rapporto fra la forma in superficie e il fondo che l'accoglie. Nel 1950 entrò a far parte del MAC (Movimento per l’arte concreta) seguendo di poco G. Bertini e M. Nigro. I sei anni di militanza nel MAC gli riservarono molte importanti occasioni espositive: nel 1950 espo;se alla libreria Vallerini di Pisa, nel 1951 parteci;pò alla mostra Arte astratta e concreta in Italia alla Galleria nazionale d'arte moderna di Roma e a due collettive del MAC, una a Milano e una a Torre Pellice; allo stesso anno risale un’importante mostra personale, allestita alla libreria Salto di Milano, sede storica del MAC. Fu significativo, in questo periodo, l'incontro con il mercante B. Giraldi: la mostra antologica che il pittore allestì nel 1952 nelle sale della galleria Giraldi a Livorno segnò l'inizio di una collaborazione fra i due. Dal 1955-'56, sciolti i legami con il MAC, C. indirizzò le sue ricerche pittoriche verso la poetica, allora molto diffusa in tutta Europa, dell'arte informale, concentrandosi sull’espressività del gesto e della materia. Negli anni Sessanta e Settanta fu presente in molte rilevanti mostre in Italia e all'estero: all’Arte actual por el movimento artistico del Mediterraneo (Malaga, Siviglia, Barcellona, Valencia, Madrid); alla rassegna della pittura italiana a Bat Yam (1961); tenne inoltre tre mostre personali in gallerie pubbliche e private del Lussemburgo (1963, 1965 e 1969) e di Parigi (1965). Nel 1960 fondò il circolo ricreativo La Strega insieme ai concittadini J.M. Berti ed E. Marchegiani, con i quali già l'anno prima aveva dato vita ad un soda;lizio artistico, battezzato dalla critica "i tre dell'astrattismo”. Nel 1974 si trasferì a Milano, dove sarebbe rimasto fino al 2004. Fra il 1980 e il 1990, quando il suo linguaggio artistico aveva raggiunto ormai la piena auto;nomia, tenne molte esposizioni collettive e personali, tra le quali tre antologiche (Como, Gallarate, Milano). Nel 2002-2003 il Comune di Livorno gli dedicò l’importante antologica Vivere l’immaginario. La sua produzione artistica, all’insegna di un “informale segnico” con connotazioni futuriste ed organiche (la velocità ed il movimento nelle sue composizioni sia geometriche che informali), caratterizza la sua singolare produzione artistica.

Vedi anche
Mario Nigro Pittore (Pistoia 1917 - Livorno 1992). Cubista prima, astratto-concreto poi, è giunto dopo il 1948 ad esiti neoplastici suprematisti. La sua opera, caratterizzata dalla serialità delle immagini e dall'individuazione di linee di forza che si costituiscono in strutture, si presenta come un'indagine coerente ... MAC Sigla del Movimento per l’Arte Concreta, che operò a Milano (1948-58) su iniziativa di G. Dorfles, B. Munari, G. Monnet e A. Soldati (➔ concreto). Alle attività del MAC aderirono anche L. Fontana, P. Dorazio ecc. L’archivio storico del movimento è conservato nella Civica galleria d’arte moderna di G... arte informale Corrente artistica sviluppatasi in Europa dopo la Seconda guerra mondiale che considera l’opera d’arte, pittorica o scultorea, come una realtà a sé, diversa («altra») da quella dell’esperienza quotidiana e da ogni esperienza artistica anteriore (le espressioni art autre e art informel sono state utilizzate, ... Munari, Bruno Designer, scultore e scrittore italiano (Milano 1907 - ivi 1998). Considerato uno dei massimi protagonisti dell'arte, del design e della grafica del 20° secolo, ha mantenuto inalterata la sua estrosa creatività a sostegno dell'indagine costruttiva della forma attraverso sperimentazioni visive e tattili ...
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