Uomo politico e scrittore argentino (San Juan, Argentina, 1811 - Asunción, Paraguay, 1888). Contrario alla tirannide di J. M. de Rosas, visse a lungo in esilio, soprattutto nel Cile, e viaggiò in Europa, nell'Africa settentr. e negli USA, studiando sistemi educativi ed esplicando grande attività letteraria; nel 1845 cominciò nel Cile a pubblicare gli articoli poi raccolti nel volume Facundo o civilización y barbarie, nei quali propugnava la sua visione della nuova civiltà argentina, fondata su una larga accettazione della civiltà liberale europea. Partigiano dei principî unitarî contro quelli federalisti, temperò poi questa sua posizione, e nella guerra di liberazione contro de Rosas fu inizialmente accanto al federalista J. J. de Urquiza; divenute chiare le tendenze dittatoriali di questo (contro il quale polemizzò nella Historia de la campaña del ejército grande, 1851), si ritirò nuovamente in esilio nel Cile, donde continuò la sua polemica. Tornato definitivamente in Argentina, nel 1868 fu eletto presidente della Repubblica; come tale promosse riforme nel campo educativo e assistenziale. Dopo il 1874 continuò instancabilmente la sua attività educativa, sempre con il fine del risanamento delle classi popolari attraverso la scuola.