extraordinary renditions
extraordinary rendition <ikstròodnri rendìšn> locuz. sost. ingl., usata in it. al femm. – Espressione inglese utilizzata per indicare le operazioni illegali di cattura di presunti terroristi effettuate prevalentemente dalla CIA in diversi paesi del pianeta con lo scopo di combattere il terrorismo internazionale. Questa pratica, avviata già negli anni Novanta del 20° sec. ma sensibilmente incrementata dopo l’11 settembre 2001, prevede la cattura, la deportazione in luoghi segreti e l’interrogatorio dei sospetti con metodi particolarmente brutali. Internati per tempi più o meno lunghi senza processo in prigioni clandestine ubicate anche in paesi dove non è bandita la tortura, i presunti terroristi sono sottratti alle garanzie dei prigionieri di guerra previste dalla Convenzione di Ginevra, come è avvenuto nel caso dei detenuti della base militare statunitense di Guantanamo. Riguardo alle e. r. l’amministrazione Bush è stata coinvolta in numerose polemiche, soprattutto per il presunto ricorso, durante gli interrogatori, alla pratica del waterboarding (annegamento simulato), che provoca nel prigioniero la sensazione di annegare, pratica bandita dalla CIA solo nel 2006. Dopo la condanna nel 2007 a opera del Parlamento europeo, che aveva sottolineato il coinvolgimento e l’occultamento di tali azioni illegali da parte dei governi e dei servizi segreti di alcune nazioni europee, nel settembre 2010 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha ribadito la ferma censura di tale pratica, di cui rappresenta un caso emblematico il sequestro del cittadino egiziano Abu Omar (Usama Mostafa Hassan Nasr) a Milano nel 2003, compiuto da uomini della CIA con il coinvolgimento dei servizi segreti italiani. L'uomo è stato trattenuto segretamente in detenzione per 14 mesi al Cairo.