Termine economico con cui si indica l’ipotetica emissione congiunta di titoli di Stato garantiti da tutti i paesi dell’eurozona; i titoli verrebbero emessi da una Agenzia europea per il debito appositamente creata. Si darebbe così vita a un nuovo grande mercato di obbligazioni, più ampio e liquido rispetto a quelli nazionali. L’e. consentirebbe di trasformare il rischio individuale dei singoli paesi in frazioni di rischio collettivo, e l’istituzione di un mercato di dimensioni tanto imponenti dovrebbe mettere al riparo da possibili attacchi speculativi. Tuttavia, i paesi che hanno una situazione migliore dei conti pubblici (in particolare Germania e Francia) dovrebbero affrontare una spesa maggiore di quella attuale per pagare la loro parte di interessi del bond europeo. Per tutti questi motivi, l’eurozona è divisa sulla questione dell’e.; come è facile immaginare, i paesi “deboli” sono favorevoli (spendendo meno per pagare gli interessi avrebbero un grande vantaggio economico), mentre quelli “forti” sono decisamente contrari, perché non intendono essere corresponsabili dei debiti di altri paesi. Il termine e. era già in uso a partire dagli anni Sessanta, ma in riferimento all’obbligazione emessa in un determinato paese nella valuta di un paese diverso da quello di collocamento.