Eruzione esplosiva di magmi altamente viscosi, caratterizzata dalla fuoriuscita ad alta velocità dal condotto vulcanico di un getto di gas frammisto a pomici e ceneri; ne deriva una colonna eruttiva, alta diversi kilometri, che espandendosi nell’atmosfera diviene una nube convettiva che assume la forma di un pino (pino vulcanico). Con la riduzione di densità della nuvola i materiali eruttati tendono a cadere verso il basso e danno luogo a depositi di caduta, generalmente costituiti da pomici e ceneri; questi presentano una notevole dispersione areale avendo, in corrispondenza della bocca del vulcano, uno spessore maggiore, che diminuisce via via che ci si allontana da esso. Parte integrante delle eruzioni p. possono essere anche i depositi di flusso piroclastico, i quali si formano in seguito al collasso gravitativo della colonna eruttiva quando non è più sostenuta (per diminuzione dell’esplosività o per l’allargamento del condotto vulcanico) dalla spinta dei gas. Se in queste eruzioni grossi quantitativi di acqua arrivano nel condotto (vicinanza di un lago o del mare), l’esplosività aumenta notevolmente e cambia il carattere dell’eruzione; i materiali vengono notevolmente frammentati e i depositi che si formano, costituiti principalmente da particelle vetrose, presentano granulometrie molto sottili. I volumi di materiali coinvolti durante un’eruzione p. possono arrivare anche a 1000 km3.