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epato-

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Nella terminologia scientifica, soprattutto medica, primo elemento di parole composte, che significa «fegato». Epatocita è la cellula epatica, caratterizzata da un nucleo piuttosto voluminoso con uno o due nucleoli; nel citoplasma si riscontrano mitocondri di forma ovale, un reticolo endoplasmatico granulare e rosette di glicogeno; l’apparato di Golgi è in prossimità del capillare biliare; le altre estremità cellulari sono provviste di microvilli per favorire gli scambi con il sangue (v. fig.). L’epatocita è preposto alla sintesi delle albumine (esclusiva) e delle globuline, al catabolismo degli amminoacidi, alla captazione, coniugazione ed escrezione della bilirubina, ai processi di disintossicazione, alla sintesi del colesterolo. Epatotossina è nome generico di tossine dotate di particolare affinità elettiva per le cellule epatiche, in cui determinano alterazioni più o meno gravi.

In patologia, epatoblastoma, tumore maligno del fegato del feto e del piccolo bambino, costituito da tessuto epatico embrionale, caratterizzato dal rapido accrescimento; epatocarcinoma, tumore maligno del fegato, costituito da cordoni e ammassi solidi di cellule, che possono talvolta dar luogo alla formazione di lobuli epatici; epatocele, ernia del fegato: evenienza piuttosto rara, costituita da cedimento di cicatrici traumatiche od operatorie della parete addominale in cui s’impegna parzialmente il fegato; epatomegalia, aumento delle dimensioni del fegato: si rende manifesto con la palpazione, la percussione e altri mezzi semeiologici e indica malattie proprie dell’organo; può andare dalla semplice palpabilità dell’organo sotto l’arco costale, a dimensioni enormi fino alla cresta iliaca del bacino; epatonefrite, ogni quadro morboso in cui la stessa causa, infettiva, tossica o allergica, ha prodotto alterazioni a carico del fegato e del rene; è caratterizzato da ittero (o subittero), epatomegalia, presenza di sangue, albumina e urobilina nelle urine ecc.; epatonefrosi, quadro morboso affine all’epatonefrite con prevalenza delle lesioni a carico del rene con urine ricche in albumina e cilindri renali, ma non emorragiche; epatoptosi, abbassamento del fegato per rilassamento dei mezzi di sospensione (legamento falciforme) in seguito a circostanze varie (gravidanze ripetute, anomalie congenite ecc.). La cura, di rara esecuzione, è chirurgica ( epatopessia) e consiste nel fissare l’organo alla parete addominale e al diaframma; epatosplenomegalia, ingrandimento simultaneo del fegato e della milza, di comune riscontro in molte malattie (malaria, tifo, leishmaniosi, malattie del sangue ecc.).

In diagnostica, epatocentesi, puntura esplorativa del fegato; si esegue per esaminare il contenuto di tumefazione dell’organo per stabilirne la natura o per prelevare frammenti di parenchima epatico da sottoporre a esame istologico; può avere scopo evacuativo in caso di ascesso. La proprietà delle sostanze epatotrope, cioè quelle che introdotte nell’organismo sono eliminate attraverso il fegato, è sfruttata nella metodica radiodiagnostica come veicolo di mezzi di contrasto per le vie biliari. L’ epatosplenografia è un indagine radiologica, di raro impiego, del fegato e della milza mediante mezzi di contrasto a localizzazione elettiva.

In terapia, epatoterapia, somministrazione per via orale o parenterale di estratti epatici, eseguita a scopo epatoprotettivo o nel trattamento delle anemie.W.P. Murphy e G.R. Minot introdussero nel 1926 l’e. come cura specifica dell’anemia perniciosa.

In chirurgia, epatostomia (o colangiostomia), intervento, raramente effettuato, per derivare all’esterno la bile, in caso di ittero da stasi; si esegue abboccando alla cute una piccola zona di fegato e cruentandola, in modo da aprire il lume dei canalicoli biliari; epatoenterostomia (o colangioenterostomia), intervento chirurgico praticato in caso di ittero da stasi; consiste nell’abboccare all’intestino un tratto della superficie epatica; epatotomia, incisione chirurgica del fegato seguita da sutura; si pratica, in caso di ascessi, cisti parassitarie o allo scopo di rimuovere corpi estranei (per es., proiettili).

Vedi anche
ittero (o itterizia) Colorazione gialla della cute, delle sclere e delle mucose, dovuta al patologico aumento nel sangue della bilirubina che si deposita nei tessuti; quando tale colorazione è appena rilevabile si ha il subittero. Una tinta più o meno giallastra conferita anche da farmaci (atebrina, acido picrico) ... eziologia In generale, parte di una scienza che indaga le cause di una determinata classe di fenomeni. In particolare, in medicina, lo studio delle cause delle malattie o, impropriamente, la causa stessa. Mentre alcune volte la condizione morbosa è legata a una sola causa (ereditaria, infettiva ecc.), più spesso ... costola asternale In anatomia, ciascuna delle 5 costole (dall’ottava alla dodicesima) che non giunge ad articolarsi con lo sterno. tossina Sostanza biologica avente azione dannosa, anche a minime dosi, sugli organismi viventi. Le t. possono avere varia origine: microbica (elaborate da schizomiceti, miceti, virus), vegetale (fitotossine), animale (zootossine). In medicina umana e veterinaria svolgono un ruolo patogenetico le t. batteriche, ...
Categorie
  • ANATOMIA in Medicina
  • CHIRURGIA in Medicina
  • DIAGNOSTICA E SEMEIOTICA in Medicina
Tag
  • RETICOLO ENDOPLASMATICO GRANULARE
  • EPATOSPLENOMEGALIA
  • MEZZI DI CONTRASTO
  • APPARATO DI GOLGI
  • ESAME ISTOLOGICO
Vocabolario
èpato-entèrico
epato-enterico èpato-entèrico agg. (pl. m. -ci). – Comune al fegato e all’intestino: dótto epato-enterico, condotto biliare tra fegato e duodeno.
èpato-
epato- èpato- [dal gr. ἧπαρ -ατος «fegato»]. – Primo elemento di parole composte della terminologia scientifica, soprattutto medica, che significa «fegato».
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