Antropologo inglese (Sidmouth, Devon, 1910 - Cambridge 1989); allievo di B. Malinowski; prof. alla London school of economics e all'univ. di Cambridge. Le sue prime esperienze di ricerca sul campo furono tra i Curdi dell'Iraq (Social and economic organization of the Rowanduz Kurds, 1940). Già da allora L. portò un attacco sistematico ai paradigmi normativi proprî dei settori dell'antropologia sociale britannica più direttamente legati alle posizioni di A. Radcliffe-Brown, indirizzando le proprie ricerche a società (asiatiche, in genere) di tipo complesso. La duttilità e la notevole apertura teorica differenziarono L. dal contesto disciplinare anglosassone dei suoi anni e lo portarono verso interessi per ambiti non particolarmente usuali in antropologia sociale, come l'analisi strutturale della Genesi, del mito della verginità o delle rappresentazioni mitiche del tempo nella Grecia classica. Negli anni del secondo conflitto mondiale L. studiò le popolazioni degli altipiani birmani, soffermandosi sui Katchin (Political systems of Highland Burma, 1954, trad. it. 1975), contrapponendosi alla tendenza, propria delle posizioni funzionaliste classiche, a ritenere che la struttura sociale fosse un'entità reale, quasi concreta. La critica dell'organicismo funzionalista proseguì, negli anni Sessanta, attraverso una serie di polemiche che contrapposero L. ai più ortodossi sostenitori di questa scuola; espressione di queste polemiche fu Rethinking anthropology (1961, trad. it. 1973), nel quale, inoltre, L. si fece promotore, nel mondo accademico britannico, delle teorie di C. Lévi-Strauss sullo scambio matrimoniale.