Ciascuno dei segmenti terminali della mano e del piede dei quali prolungano rispettivamente il metacarpo e il metatarso. Nell’uomo sono in numero di cinque per ciascun arto; si designano nella mano coi nomi di pollice, indice, medio, anulare e mignolo, nel piede col numero ordinale I, II, III, IV, V (il primo anche alluce). A eccezione del pollice e dell’alluce (che sono costituiti da due pezzi ossei) sono costituite di tre ossa (falange, falangina e falangetta), o rispettivamente, prima, seconda e terza falange, capaci di ampia articolarità flesso-estensoria nei nodi interfalangei e anche di movimenti di adduzione e di abduzione in corrispondenza delle articolazioni metacarpo-falangee. In corrispondenza della faccia dorsale dell’ultima falange, presentano una lamina cornea, detta unghia.
Le d. possono essere sede di anomalie congenite (ectrodattilia, ectrofalangia, iperfalangia, polidattilia ecc.) o di deformità acquisite ( d. a martello: nel piede, atteggiamento in flessione della prima articolazione interfalangea e in estensione della seconda; d. a scatto, in alcune tenosinoviti croniche, brusco arresto di un d. che viene superato con uno scatto; d. ippocratiche o a bacchetta di tamburo: ingrossamento delle falangi distali in seguito a cardiopatie congenite, malattie polmonari croniche ecc.).
Estremità dell’arto anteriore e posteriore dei Vertebrati Tetrapodi, comprese nel segmento distale dell’arto o autopodio. La parte scheletrica dell’autopodio costituisce appunto le falangi delle d., che sono cinque nella tipica estremità pentadattile, ma possono presentarsi in numero maggiore (sette) o in numero ridotto.
Antica unità di misura di lunghezza, corrispondente circa alla larghezza di un d. e a 1/24 di cubito; per es., in Attica, ove il cubito era uguale a 0,444 m, il d. era di 1,85 cm.