(gr. Δαύνιοι) Nome dato dai Greci agli abitanti della Puglia settentrionale (Daunia), tra l’Ofanto e il Fortore. Il loro eponimo era Dauno, che, secondo la leggenda, figlio di Licaone, venne in Italia con i fratelli Iapige e Peucezio. Centri principali della Daunia erano Arpi, Luceria, Teano Apulo, Canusio, Aecae (Troia), Herdonia (Ordona).
Durante l’età del Bronzo, la Daunia esibisce una cultura appenninica, di cui centro particolarmente importante è Coppa Nevigata, nei pressi di Manfredonia, che ha restituito ceramica con motivi geometrici di tipo iapigio. Durante l’età del Ferro il sistema insediativo daunio si stabilizzò con una tipologia di abitato compatto, e una di tipo sparso. Le abitazioni erano costituite da capanne e solo dal 6° sec. a.C. avvenne l’introduzione di esili fondazioni in pietra. La pratica funeraria più diffusa fu l’inumazione con tombe a fossa troncopiramidale, coperte da lastroni monolitici, fosse rettangolari coperte da cumuli di pietre e ciottoli, e tombe a enchytrismòs, consistenti nel seppellimento in grossi recipienti d’impasto. Dal 5° sec. a.C. comparvero i tipi ‘a grotticella’ artificiale, a semicamera e i grandi ipogei. Dalla prima età del Ferro fino al 5° sec. a.C. si diffusero le stele antropomorfe costituite da un blocco parallelepipedo, sormontato da teste fortemente espressive (a volte di tipo aniconico). Carattere distintivo assunse la ceramica figulina, prodotta dalle scuole di Ordona e di Canosa. Dalla seconda metà del 6° sec. a.C. si assistette a una apertura verso gli influssi ellenici dalla Magna Grecia ed etruschi dalla Campania. Contemporaneamente vi fu il passaggio dalla capanna alla casa con zoccolo in pietra e tetto di tegole, mentre nel 4°-3° sec. a.C. si ebbe il passaggio dagli insediamenti sparsi alle città (Canosa, Canne, Ordona).