Darfur
Regione storica compresa nell’od. Sudan occidentale. In contatto con l’Egitto già nel 3° millennio a.C., cristianizzata fra 10° e 13° sec., fu domi nata da Kanem e Bornu (➔ Muhammad Ahmad ibn Abdallah), che avviarono l’islamizzazione. La locale dinastia Daju fu soppiantata dai Tunjur (ca. 13° sec.), che a metà 17° sec. cedettero il potere ai sultani Keira, legati alla comunità fur (da cui il nome del paese). Questi islamizzarono a fondo la regione, dove si erano stabiliti gruppi di lingua araba. Sconfitto dall’Egitto nel 1874, conquistato dal mahdi nel 1883, il D. fu unito nel 1898 al Sudan anglo-egiziano e pienamente sottomesso nel 1916. Vecchie tensioni fra comunità agricole e pastori seminomadi, negli anni Ottanta del 20° sec. assunsero i tratti di un confronto fra arabofoni e «indigeni» (fur, zaghawa, masalit) e nel 2003 degenerarono in un vasto conflitto, nato intorno a istanze locali (i non-arabofoni lamentavano l’emarginazione e lo sfruttamento del D. – area petrolifera – e chiedevano di riunire i tre Stati federali sudanesi che lo compongono in una sola entità), ma connesso a fratture interne al potere islamista sudanese. La repressione militare governativa, sostenuta da milizie locali arabofone (janjaweed), ha radicalizzato lo scontro, che ha provocato centinaia di migliaia di vittime e forse 2 milioni di sfollati, sollevando accuse di genocidio. Nonostante l’intervento dell’Unione Africana (2004), quindi dell’ONU (2008) e un accordo di pace (2006), la situazione in D. resta precaria (2009), legata al braccio di ferro in atto fra il potere sudanese e i Paesi occidentali (➔ Sudan, Repubblica del).