Santo e martire citato nel Martirologio romano al 25 luglio e il cui culto non è attestato prima del sec. 5º. Più importante della Passio leggendaria, che lo pone sotto l'imperatore Decio (249-51), è la tarda leggenda (sec. 11º circa), divulgata dalla Leggenda aurea di Iacopo da Varazze: essa narra che C., giovane barbaro di stirpe cananea, di statura gigantesca, chiamato Reprobo prima del battesimo, ambiva servire il signore più potente della terra: servì un re e il diavolo, poi, desideroso di servire Cristo, che gli avevan detto ancor più potente, per farselo propizio, si offrì di traghettare sulle spalle i viandanti di là da un fiume pericoloso. Così un giorno traghettò, richiestone, un bambino. Senonché, inoltratosi nell'acqua, sentì il carico farglisi a mano a mano così pesante che riuscì a stento a raggiungere la riva opposta. Il bambino si rivelò poi essere Cristo. L'episodio della leggenda fissò il tipo iconografico del santo, rappresentato in figura di gigante, recante Gesù sulle spalle. Questa rappresentazione, originaria probabilmente della regione danubiana, si impose, a partire dal sec. 13º, anche a tutto l'Oriente cristiano, dove invece s. C. veniva raffigurato come un martire guerriero (talvolta, stranamente, con testa canina). Grandi immagini del santo furono spesso poste sul prospetto di chiese o cappelle, così da essere bene in vista per i viandanti, di cui s. C. è ritenuto il protettore. Il santo è considerato anche patrono degli automobilisti e dei facchini.