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coscienza

di Giovanni Liotti - Dizionario di Medicina (2010)
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coscienza

Giovanni Liotti

Consapevolezza che l’individuo ha di sé stesso e del mondo esterno con cui è in rapporto, della propria identità e del complesso delle proprie attività interiori. Nelle scienze biomediche e psicologiche vanno considerati almeno tre significati, tra loro distinti anche se correlati del termine. In un primo senso, il termine c. si riferisce allo stato di consapevolezza tipico della veglia. In un secondo significato, esso indica l’esperienza soggettiva, chiamata c. fenomenica nella scienza cognitiva. Un terzo significato concerne la c. cognitiva, detta anche c. di accesso, contrapposta all’elaborazione inconscia delle informazioni.

Aspetti della coscienza

Esistono diversi gradi normali di c., intesa come vigilanza e consapevolezza: veglia consapevole, sonnolenza, coscienza oniri-ca, sonno profondo. La c. fenomenica è l’esperienza soggettiva, in prima persona, di stati qualitativi e di una prospettiva personale tanto sul mondo interno di emozioni e pensieri quanto sul mondo esterno di percezioni. Include dunque il concetto di autocoscienza, di ciò che si prova ad essere un ‘io’. Nelle scienze cognitive il problema della c. fenomenica è noto come il problema dei qualia, cioè delle proprietà qualitative e non quantificabili dell’esperienza. Le neuroscienze contemporanee, attraverso il riferimento delle esperienze qualitative a configurazioni registrabili di attività cerebrale (tecniche di neuroimaging), permettono lo studio empirico dei qualia. La c. cognitiva o di accesso si riferisce alla capacità di un sistema cognitivo di avere accesso consapevole ai propri stati interni, con lo scopo di verbalizzarli e organizzarli in strutture di significato complesse, come la costruzione di rappresentazioni di sé e degli altri, utilizzabili nell’interazione sociale. L’elaborazione cosciente delle informazioni, che caratterizza la c. cognitiva, è flessibile (permette scelte d’azione non automatiche) sequenziale (un contenuto mentale cosciente segue l’altro nel tempo) e relativamente lenta. Al contrario, l’elaborazione inconscia è rigida, veloce e procede in parallelo (diverse categorie di informazione sono elaborate simultaneamente).

La coscienza nelle neuroscienze e nell’evoluzione

La c. è studiata a due livelli nelle neuroscienze: quello della c. primaria o nucleare (presente nell’uomo e in tutti i Mammiferi) e quello della c. estesa o di ordine superiore, presente solo nell’uomo e caratterizzata dal pieno accesso alla dimensione temporale che permette il ricordo deliberato di eventi passati e la previsione cosciente di eventi futuri. Diversi, anche se intercorrelati, processi cerebrali sono implicati nella genesi di questi due livelli di coscienza. Le teorie delle neuroscienze contribuiscono dunque allo studio dell’evoluzione della c. negli animali e nell’uomo, che sembra strettamente correlata all’evoluzione di forme progressivamente più articolate e complesse di relazioni sociali.

Coscienza animale e autocoscienza dell’uomo


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  • SCIENZE COGNITIVE
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