Grande nave da guerra, la più potente delle unità finora armate di artiglierie, quella che si diceva agli inizi del 20° sec. l’unità ‘assoluta’, cioè capace di affrontare qualunque nave di eguale classe e di battere ogni unità inferiore, senza essere vulnerabile alle loro armi, essendo difesa da una corazzatura di spesse lastre d’acciaio nelle parti vitali. La prima c. può essere considerata la Gloire, progettata dal francese S.-C. Dupuy de Lôme e varata nel 1859; dislocava 5700 t e aveva propulsione mista a vela e a vapore, e lo scafo, in legno, era protetto da una corazzatura di ferro. Di lì a poco gli inglesi costruivano la Warrior, con scafo di ferro. Le c. in senso moderno però comparvero nel 1876 con la Duilio di B. Brin (7800 t, IV/450, 17 nodi) e si svilupparono in seguito con la c. monocalibra di V.E. Cuniberti dal cui progetto, parzialmente modificato, derivò il Dreadnought britannico (1906, 19.500 t, X/305, 22 nodi); da quest’ultima ebbero origine le unità sempre più potenti impiegate nel corso della Prima guerra mondiale, la cui supremazia venne peraltro infirmata dall’avvento delle armi subacquee e degli aerei. Le c. italiane della classe Vittorio Veneto (1935) avevano 42.000 t di dislocamento, 9 cannoni da 381 mm, 12 da 152 mm, e 30 nodi di velocità.
C. tascabile Denominazione corrente delle c. di piccolo dislocamento (Deutschland, Admiral Scheer ecc.); c. tascabili furono costruite nel 1929 dalla Germania per eludere le limitazioni agli armamenti navali imposte dal trattato di Versailles.