Sistema di fattori di natura proteica presenti nel plasma sanguigno, suscettibili, in particolari condizioni, di essere attivati e di dar luogo a una complessa reazione. Il c. è importante nelle reazioni immunitarie, influenzando reazioni allergiche e infiammatorie, attività battericida, distruzione di cellule neoplastiche. Dotato di proprietà chemiotattiche e citolitiche, il c. promuove leucocitosi e fagocitosi e provoca emolisi.
Il sistema complementare dell’uomo, C′, è costituito da 11 componenti, designati con numeri progressivi corrispondenti all’ordine con cui ciascuno di essi è attivato ed entra nella reazione: C′ 1, C′ 2, C′ 3, ... C′ 11. Il primo componente differisce dagli altri in quanto è costituito da un complesso di tre diverse proteine, C′ 1q, C′ 1r, C′ 1s. I componenti di C′ si trovano nel plasma come proteine inattive: in seguito all’unione dell’antigene con l’anticorpo, sulla molecola di quest’ultimo viene a essere esposto un particolare sito che determina l’attivazione del primo componente, cioè la sua trasformazione in una molecola dotata di attività enzimatica, che trasforma il secondo componente, e così in successione. La complessa reazione così avviata provoca la lisi delle cellule che recano sulla superficie anticorpi contro la membrana cellulare e dà origine a sostanze dotate di attività chemiotattica; è stato dimostrato che alcuni componenti del c. determinano aumento della permeabilità vasale e contrazione della muscolatura liscia. Con tali meccanismi il sistema complementare attivato interviene nelle reazioni flogistiche, immunitarie e autoimmunitarie.
Nella diagnostica di laboratorio è impiegata la reazione di complemento fissazione (o deviazione) del c.: classica è la reazione di Wassermann, praticata per la diagnosi sierologica della sifilide.
complemento Deficit del c. Rara condizione a trasmissione ereditaria di tipo autosomico recessivo o, in molti casi, non ancora definita; solo nel caso dell’inibitore della C′ 1-esterasi il deficit ha carattere autosomico dominante. Nei difetti ereditari si ha associazione con uno squilibrio nella genesi degli immunocomplessi circolanti e comparsa di una patologia che ricorda l’andamento del lupus eritematoso sistemico.
La più nota forma clinica è l’angioedema ereditario, associato al difetto di C′ 1INH (molecola glicoproteica che inibisce le frazioni C′ 1r e C′ 1s). In tale circostanza la mancata o ridotta inibizione della frazione C′ 2b induce un’alterazione (eccesso di C′ 2b), con genesi di un peptide che può provocare l’angioedema (caratterizzato da rigonfiamento delle labbra, che può estendersi al collo, alla faccia e talora anche ai visceri).
complemento C. algebrico (di un elemento o di un minore in una matrice quadrata). Data una matrice quadrata a n righe e n colonne, un minore di ordine p 〈 n non è altro che il determinante della matrice quadrata i cui elementi sono le ‘intersezioni’ di p righe e di p colonne; a ogni minore di ordine p resta allora associato un minore complementare di ordine n−p, e cioè il determinante della matrice quadrata i cui elementi sono le intersezioni delle (n−p) righe e delle (n−p) colonne che erano state scartate. Al minore complementare conviene spesso attribuire il segno + o −, a seconda che la somma degli ‘indici di riga’ e degli ‘indici di colonna’ del minore di partenza è pari o dispari: e allora il minore complementare si chiama il c. algebrico (o l’aggiunto) del minore di partenza. Un minore d’ordine 1 è un elemento, aik della matrice: il c. algebrico di un elemento è allora il determinante della matrice che si ottiene dalla matrice data sopprimendo la riga e la colonna alle quali appartiene l’elemento stesso (cioè la i-esima riga e la k-esima colonna), preso con il segno + o con il segno − a seconda che i+k sia pari o dispari.
La regola di Laplace per lo sviluppo di un determinante è basata sulla considerazione dei c. algebrici. In particolare, si ha che: il determinante di una matrice quadrata è uguale alla somma dei prodotti degli elementi di una riga (o colonna) per i rispettivi c. algebrici.
Elemento che serve a completare la frase, oltre il soggetto e il predicato, che ne formano la parte essenziale, e oltre gli elementi aggiuntivi: attributi e apposizioni. I c. si distinguono in complemento c. diretto, o c. oggetto, e c. indiretti: di specificazione, di luogo ecc. Nelle lingue che possiedono una declinazione, i c. sono indicati dal caso (genitivo, dativo ecc.) che può essere meglio determinato da una preposizione; dove la declinazione manca, l’indicazione del complemento è affidata a preposizioni.