Sostanza che serve ad attaccare e mantenere stabilmente aderenti tra loro vari materiali. Il nome è usato come sinonimo di adesivo, ma più propriamente si riferisce a prodotti di origine animale ottenuti concentrando, generalmente in autoclave, le soluzioni di proteine prodotte bollendo il collagene (costituente proteico del tessuto connettivo delle ossa, delle pelli, delle cartilagini dei Vertebrati). Prima della bollitura si elimina dalle ossa il fosfato di calcio, dalle soluzioni acquose essiccate si ricava poi uno strato adesivo resistente.
Le c. liquide si ottengono dal collagene di pesce o trattando le c. animali per impedirne la gelificazione. C. si ottengono anche da cascami delle industrie alimentari, della concia ecc., o da sostanze di origine vegetale, appartenenti al gruppo delle gomme (gomma arabica, guttaperca, caucciù) o delle resine, come la c. alla colofonia, usata nella fabbricazione della carta, la c. alla resina coppale, per fissare rivestimenti, o a base di amido, destrina, farina, come la c. d’amido, usata come appretto, la c. di farina, utilizzata in legatoria.
Le c. (o adesivi) da legno sono note fin dalla remota antichità: sculture e sarcofagi d’Egitto recano tracce e indicazioni di impiallacciature con incollaggi a caldo. Nel Medioevo gli artigiani le preparavano secondo ricette empiriche; nel 1690 funzionò in Olanda la prima fabbrica di c. e all’inizio del 20° sec., per il sempre maggior impiego di compensato, la tecnica degli adesivi si è assai perfezionata. Sono c. da legno: la c. forte o da falegname (anche c. cerviona o cervona), in lastre rettangolari giallobrune traslucide che si fanno rigonfiare in acqua fredda e poi si sciolgono con il calore; la c. alla soia; la c. alla caseina; la c. al silicato; le c. alle resine sintetiche ecc.