Denominazione di sostanze organiche termostabili, non proteiche, di composizione chimica relativamente semplice, necessarie per l’azione biologica di numerose proteine; si combinano con un apoenzima proteico dal quale possono essere separate. Quando la componente non proteica si trova legata con legami forti alla proteina, è indicata come gruppo prostetico e in tal caso la proteina può essere considerata come una proteina coniugata: è questo il caso dell’emoglobina, delle catalasi, delle perossidasi e dei citocromi che contengono come gruppo prostetico una ferroporfirina. Il termine c. viene preferito quando la sostanza non proteica si lega labilmente con una o più proteine enzimatiche, quindi con interazioni molto deboli. È questo il caso delle deidrogenasi, molte delle quali sono costituite dallo stesso c. e da differenti apoenzimi. I c. si dividono in: a) trasportatori di idrogeno o di elettroni; comprendono i c. piridinici (NAD e NADP), i c. flavinici (FMN e FAD), i citocromi, il c. Q e l’acido lipoico; b) trasportatori di gruppi: comprendono i nucleotidi citidilici, i nucleotidi uridilici, i nucleotidi adenilici, il c. A, la difosfotiamina, il piridossale fosfato, i c. folici, i c. B12 e la biotina.
C. A (anche c. di acetilazione, CoA) Derivato nucleotidico a composizione chimica complessa, formato da adenina, ribosio, acido pirofosforico, acido pantotenico e β-mercaptoetilammina; è un derivato della vitamina B3 diffuso negli organismi viventi e abbondante nel lievito, nel fegato e nelle surrenali. Per mezzo del gruppo tiolico il c. A nell’organismo può legare covalentemente gruppi acetilici e acilici, formando derivati ad alto contenuto energetico (acetil CoA e acil CoA).
C. Q Derivato del benzochinone (➔ ubichinone).
C. R Detto anche biotina (o vitamina H), è un trasportatore di CO2 attivata. Svolge la sua azione solo quando è legato covalentemente alla piruvatocarbossilasi