Filosofo (Montpellier 1815 - Prades 1903). Discepolo di A. Comte, R. può considerarsi l'iniziatore del neocriticismo francese riallacciantesi, oltre che a Kant, anche alla tradizione del razionalismo francese. Notevole fu l'influenza esercitata dal R. sulla filosofia francese della contingenza e della libertà (E. Boutroux, H. Bergson) e sul pluralismo americano (W. James).
R. si formò a Parigi, studiando dapprima scienze matematiche presso L'Ecole polytechnique, per dedicarsi poi alla filosofia. Recuperando le prospettive fenomenistiche della filosofia inglese precedente Kant, ma anche certe posizioni leibniziane, e accettando del kantismo soprattutto la critica alla metafisica, R. identifica realtà e rappresentazione e quindi svolge una concezione filosofica fondata sulla categoria della relazione: la realtà si configura sempre come un insieme dei fenomeni in reciproca relazione, finito spazialmente e temporalmente, un universo pluralistico dove trova spazio la libera iniziativa degli individui. Dall'evoluzione delle prime posizioni relativistiche, sotto l'influenza di J. Lequier, nasce il personalismo di R., a partire dall'Esquisse (1822): in polemica con il positivismo, R. pone in primo piano la persona; in rapporto a questo nuovo orientamento si aprono anche prospettive religiose, ma nel senso di una religione filosofica che ha respinto ogni struttura teocentrica e serve invece a garantire l'autonomia e la dignità della persona. Di qui anche la costante difesa della ragione umana, con accenti illuministici, e del valore dell'individuo come libertà, che vedeva negata dai sistemi teologici come da ogni filosofia della storia e dalle varie forme di naturalismo positivistico. Opere principali: Essais de critique générale (4 voll., 1854-64); La science de la morale (1869); Uchronie (1876); Esquisse d'une classification systématique des doctrines philosophiques (2 voll., 1885-86); La nouvelle monadologie (1899); Les dilemmes de la métaphysique pure (1901); Histoire et solution des problèmes métaphysiques (1901); Le personnalisme (1903); La critique de la doctrine de Kant (1906). Dal 1872 diresse la rivista La critique philosophique, continuata (dal 1890) da L'année philosophique, edita da F.-Th. Pillon, che, con L.-A. Dauriac e O. Hamelin, fu tra i principali seguaci del suo pensiero.