In sedimentologia, processo di formazione di un cemento o legante, attraverso il quale sia minerali sia frammenti di roccia separati si legano tra loro, costituendo una roccia sedimentaria. Il fenomeno può essere contemporaneo alla formazione del sedimento o molto posteriore a esso (➔ diagenesi).
In giacimentologia, la zona di c. (o di arricchimento) di un giacimento è la porzione sottostante al cappellaccio arricchita da soluzioni acquose mineralizzate.
Trattamento mediante il quale si realizza la diffusione di un metallo o di un non metallo in un prodotto metallurgico, specie ferroso, allo scopo di conferire a esso particolari proprietà superficiali. Nell’industria meccanica, ha particolare importanza la c. dell’acciaio, che permette d’indurire la superficie di pezzi (per es., i denti di una ruota dentata) che devono resistere a forte usura e conservare una buona tenacità. La c. si applica agli acciai comuni extradolci e ad alcuni acciai speciali. La c. carburante o carbocementazione consiste nel carburare, cioè nell’arricchire in carbonio (fino a 0,8-1%), gli strati superficiali del pezzo ponendolo a contatto, dopo accurata pulizia, con speciali sostanze ( cementanti), a temperatura intorno ai 900 °C, e prolungando l’operazione per un tempo variabile a seconda della desiderata profondità di penetrazione. Il trattamento viene quindi seguito da una tempra semplice se si deve soltanto indurire lo strato cementato o da una tempra complessa (per es., di rigenerazione e di durezza) se si deve rigenerare il cuore surriscaldato, seguita in genere da un rinvenimento a bassa temperatura. In tal modo la superficie del pezzo diviene durissima mentre il suo nucleo rimane dolce e tenace. La c. può compiersi con: a) cementanti solidi (miscuglio formato da polvere di carbonella 60-80%, polvere di calcare 10-15%, detriti organici azotati 10-15%); b) cementanti liquidi (miscele fuse contenenti cianuri, assai pericolose per la loro tossicità); c) cementanti gassosi (per es., metano, miscele di idrocarburi ecc.) per grossi pezzi; d) metodo misto, impiegando cementante solido e poi gassoso. Qualora il mezzo cementante contenga azoto e sia assente carbonio (per es., impiegando ammoniaca), il trattamento prende più propriamente il nome di nitrurazione; se sono presenti entrambi gli elementi si parla di carboazoturazione o carbonitrurazione. In tutti i casi le parti del pezzo che non debbono indurire vanno protette con apposite sostanze anticementanti.