Tessuto della classe dei connettivi, di aspetto translucido, pieghevole e di notevole consistenza. È formata da una sostanza fondamentale, a composizione chimica definita e costituita essenzialmente da condromucoide, e da cellule sferiche annidate in cavità a pareti lisce ( capsule cartilaginee) scavate nella sostanza fondamentale stessa. Variazioni nella struttura della sostanza fondamentale permettono di distinguere tre varietà di c.: ialina, elastica e fibrosa. In seguito a deposizione di sali di calcio la c. può acquistare maggiore durezza ( c. calcificata). La c. è caratteristicamente priva di vasi e di nervi: la nutrizione delle cellule della c. è assicurata da una membrana fibrosa vascolarizzata detta pericondrio, che avvolge i vari segmenti cartilaginei, a eccezione delle superfici articolari. Ha funzione statica: nell’uomo, durante il periodo embrionale, costituisce lo scheletro assile e quello degli arti; nello sviluppo ulteriore, sostituita dall’osso con il processo di ossificazione, persiste in poche regioni (capi articolari, piastrone sterno-costale, pinne nasali, laringe, trachea, grossi bronchi, padiglione dell’orecchio, tromba di Eustachio, dischi intervertebrali ecc.). C. corniculate (o c. di Santorini) Piccoli nodi cartilaginei, in numero di due, posti sull’apice delle c. aritenoidi della laringe.
C. epifisaria (o c. di coniugazione) Tratto cartilagineo che nelle ossa lunghe unisce l’epifisi alla diafisi e che ha funzione preminente nell’accrescimento dell’osso in lunghezza.
C. di Meckel Abbozzo cartilagineo, in forma di banderella, della mandibola, descritto per la prima volta da J.F. Meckel nel 1821. Compare nell’uomo nel primo mese della vita endouterina. Viene poi sostituito dall’osso mandibolare.
C. di Morgagni (o di Wrisberg) Noduli cartilaginei posti nello spessore delle pieghe ariepiglottiche della laringe.
Tessuto sclerenchimatico di consistenza callosa ed elastica, con funzione di sostegno.