Chimico (Kalmar 1797 - Angsholm, Drottningholm, 1858), allievo di Berzelius; prof. nell'univ. di Stoccolma. È ricordato per importanti e accurati lavori analitici che portarono alla scoperta di alcuni metalli delle terre rare. Trattando (1839) un campione di ossido di cerio con acido nitrico isolò un residuo e dimostrò così che il cerio individuato da M. H. Klaproth e da J. J. Berzelius nel 1803 era in realtà costituito da un miscuglio contenente, oltre a quell'elemento, anche un altro metallo che chiamò lantanio. Più tardi M. si accorse che il residuo non conteneva solo i sali di lantanio e ritenne di avere individuato un altro metallo delle terre rare, chimicamente molto simile al lantanio, che chiamò didimio; alcuni anni dopo (1885) K. Auer von Welsbach dimostrò che il didimio era formato da due elementi, il neodimio e il praseodimio. La notevole esperienza acquisita in questi lavori analitici permise a M. di individuare (1843) in un campione di ossido di ittrio (elemento scoperto da J. Gadolin nel 1794), per precipitazione frazionata con ammoniaca, altri due elementi metallici delle terre rare che chiamò erbio e terbio; in tempi successivi fu dimostrato che i sali metallici ottenuti da M. contenevano, oltre all'erbio e al terbio, diversi altri metalli, tutti appartenenti alle terre rare (gadolinio, itterbio, olmio, ecc.).