calcare
Una roccia che si porta dentro l'eco della vita
Il calcare è così diffuso da caratterizzare con le proprie forme il rilievo di ampie regioni. Il suo aspetto in superficie è il risultato dei vari processi geologici, a cominciare da quelli sedimentari. Spesso alla sua formazione partecipano organismi viventi, le cui tracce intrappolate nella struttura rocciosa contribuiscono allo studio della vita sulla Terra
Il calcare è una roccia sedimentaria costituita essenzialmente da calcite, un minerale formato da carbonato di calcio (CaCO3). Gli strati calcarei sono molto diffusi sulla superficie terrestre, rappresentandone un elemento caratteristico anche perché sede, in particolari condizioni climatiche, dello spettacolare fenomeno erosivo carsico. La forma e la giacitura di queste rocce, cioè il modo in cui sono disposte rispetto alla superficie terrestre, risentono delle caratteristiche del loro processo di formazione e di eventuali successivi fenomeni di deformazione. Spesso esse si presentano con stratificazioni anche di notevole estensione, anche se non sono infrequenti affioramenti rocciosi più compatti.
I processi di formazione delle rocce calcaree differiscono sostanzialmente per l'origine dei sedimenti costituenti: questi, infatti, possono derivare (calcari organogeni) da gusci o da esoscheletri, cioè dagli scheletri esterni di organismi che vivono nelle acque dei mari e degli oceani. Si possono formare, inoltre, per precipitazione chimica dei sali disciolti in acque sia marine sia continentali e si chiamano, allora, calcari di deposito chimico: è il caso del travertino e dell'alabastro, apprezzate rocce ornamentali che si formano quando acque continentali subiscono forti agitazioni e nebulizzazioni, cioè si disperdono in piccolissime goccioline. Infine possono provenire (calcari clastici o detritici) dalla degradazione di rocce calcaree preesistenti.
Il criterio ora descritto permette di classificare le rocce calcaree in modo piuttosto generico, valido in assoluto soltanto per quelle costituite totalmente da elementi a cui si può attribuire in modo inequivocabile la stessa origine. Tuttavia spesso questo non accade: si adottano pertanto altre classificazioni che considerano le caratteristiche delle aggregazioni minerali costituenti (struttura e tessitura) in funzione del loro ambiente di deposizione. Ciò è vero in particolare per alcuni calcari organogeni, probabilmente il gruppo di importanza e diffusione maggiori, a cui appartengono sia rocce formate da edifici realizzati da organismi costruttori, come i coralli o le spugne, sia rocce costituite da accumuli di resti di organismi, spesso microrganismi, immersi in materiale a grana finissima. Nel primo caso si hanno i massicci calcari di scogliera, tipici di ambienti analoghi a quelli delle attuali barriere coralline, spesso accompagnati dalla dolomite. Nel secondo, invece, le rocce si sviluppano generalmente in strati e sono caratterizzate da consistenza, aspetto microscopico e contenuto fossilifero, ovvero di fossili, riconducibili alla natura degli ambienti di formazione (facies). Tali ambienti di formazione possono variare da quelli di piattaforma carbonatica, caratterizzati da acque basse a prevalente sedimentazione carbonatica, a quelli di mare aperto e profondo.
Il contenuto fossilifero delle rocce calcaree organogene è un parametro fondamentale per la determinazione degli eventi che definiscono la cronologia della Terra. Sono infatti gli studi di paleontologia degli invertebrati, i cui fossili sono molto diffusi in queste rocce, a fornire spesso informazioni rilevanti sulle ere geologiche.
Bahama, cioè mare cristallino, caldo Sole tropicale, spiagge di sabbia finissima e abbacinante: in una parola, vacanze. Tuttavia per i sedimentologi, gli scienziati che studiano in particolare le rocce sedimentarie, questo arcipelago rappresenta un magnifico laboratorio per approfondire la conoscenza delle piattaforme carbonatiche. In effetti, oggi in quella regione si sta realizzando ciò che si verificò centinaia di milioni di anni fa in altri luoghi, per esempio nei bassi fondali in prossimità del continente africano, dove in acque calde tropicali durante l'Era Mesozoica si formarono le rocce carbonatiche dell'Appennino laziale-abruzzese e di quello campano.