B. da visita e d’invito I primi b. da visita comparvero forse all’inizio del 18° sec. in Francia, e in Italia verso il 1730, manoscritti, col nome della persona e senza ornati. I b. stampati si diffusero verso il 1750 e si arricchirono di stemmi, vignette (gradatamente scomparse verso la fine del secolo) e motivi decorativi. I b. da visita hanno formato oggetto di collezioni, come anche i b. d’invito o d’ingresso a manifestazioni d’arte, ad accademie ecc., che alla fine del 18° sec. ebbero pregio artistico per opera specie di F. Bartolozzi, G.B. Cipriani e L. Schiavonetti. Tra le molte collezioni italiane si ricordano: Bertarelli e Prior a Milano; Galleria d’arte antica e Gabinetto delle stampe a Roma; Biblioteca Laurenziana a Firenze; Museo Civico a Venezia.
B. di banca Documento, originariamente titolo di credito (detto anche banconota; v. fig.), da cui risulta la promessa di un banchiere di pagare una somma determinata al portatore e a vista. Se il b. di banca viene accettato dal pubblico nei pagamenti per la semplice fiducia ispirata dalla banca emittente e per la possibilità di convertirlo in qualsiasi momento in moneta legale, si ha il b. a corso fiduciario. Se invece lo Stato ne impone per legge l’accettazione, si ha il b. a corso legale. Nel primo e nel secondo caso le banche di emissione, per fronteggiare le possibili richieste di conversione, devono avere sempre a disposizione un’adeguata riserva in monete, metallo in verghe, divise estere, a seconda del sistema monetario del paese. Se poi lo Stato interviene a sospendere la libertà di conversione, si ha il b. inconvertibile o a corso forzoso. Si sostituisce cioè al sistema monetario, a base aurea o argentea, un sistema di circolazione di ‘carta moneta’ disancorata dal metallo (questo è il sistema prevalente nelle economie moderne).
B. di Stato Titolo di credito emesso direttamente dallo Stato (invece che dalla banca di emissione o banca centrale), solitamente come moneta divisionaria.
B. di nomina Nel linguaggio della Curia, missiva scritta in nome del papa a firma del segretario di Stato con cui si comunica all’interessato, in attesa della spedizione della bolla, la sua nomina o promozione a un ufficio o a una dignità.
B. di cartulario Nei sec. 16° e 17° nome delle ricevute rilasciate ai depositanti di denaro dalle banche genovesi e da altre banche italiane e straniere: veri titoli di credito all’ordine largamente usati come mezzi di circolazione. L’appellativo di cartulario derivava dal fatto che con tal nome si chiamavano i registri su cui le banche annotavano i depositi ricevuti cui i b. si riferivano.