Netanyahu, Benjamin
Netanyahu, Benjamin. – Politico israeliano (n. Tel Aviv 1949). Dopo il servizio militare e la partecipazione alle unità antiterrorismo, ha perfezionato i suoi studi negli Stati Uniti al Massachusetts institute of technology. Negli anni Ottanta ha mosso i primi passi in politica come rappresentante presso le Nazioni Unite e nel 1988 è stato eletto in Parlamento con il Likud. Ostile al processo di pace con i palestinesi inaugurato dal primo ministro Y. Rabin, otteneva un successo di misura nelle elezioni del 1996 alla testa di una coalizione di destra decisa a ridimensionare la portata degli accordi di Oslo firmati nel 1993. Diventato primo ministro (1996-99), incalzato dal presidente degli Stati Uniti B. Clinton, firmava due importanti trattati di pace con Y. ῾Arafāt per pianificare il ritiro di Israele dalla Cisgiordania, ma la scelta di proseguire e intensificare la costruzione degli insediamenti, in particolare a Gerusalemme Est, insieme alla tattica dilatoria e di chiusura del dialogo lasciavano prevedere uno svilimento degli accordi e l’interruzione del processo di pace. Sconfitto dal laburista E. Barak nel 1999, veniva chiamato al ministero degli Esteri (2002) e poi delle Finanze (2003) nel governo guidato da Ariel Sharon; nel 2005, però, si dimetteva perché contrario al piano di ritiro dalla Striscia di Gaza fortemente voluto dal primo ministro. Dopo l’uscita di Sharon dal Likud, N. ne è diventato nuovamente il leader, protagonista delle elezioni politiche anticipate del febbraio 2009, svoltesi all’indomani delle operazioni di guerra a Gaza (dic. 2008 - genn. 2009). Nominato primo ministro di un governo formato da un’ampia coalizione, che vedeva insieme i laburisti e diversi movimenti religiosi e della destra più estremista (Israel Beiteinu), ha proseguito nel piano di insediamenti israeliani in Cisgiordania nonostante le tensioni con l’amministrazione statunitense. Nel novembre 2012, mentre si riaccendeva, apparentemente rientrato, lo scontro militare con Ḥamās, il riconoscimento della Palestina come Stato osservatore non membro da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite provocava la dura reazione di Netanyahu.