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Murillo, Bartolomé Esteban

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Pittore (Siviglia 1618 - ivi 1682). Massimo artista del barocco religioso, nelle sue opere rivelò una ricchezza nella pennellata e una padronanza tecnica notevoli, tutti elementi volti alla costituzione di un linguaggio sentimentale che rese famose le sue madonne e i suoi ritratti, dall'acuta interpretazione psicologica.

Vita

Ancora fanciullo entrò nello studio di Juan de Castillo (1929), dove erano Alonso Cano e Pedro de Moya. Probabilmente non lasciò mai l'Andalusia, ma poté conoscere bene e studiare, nelle ricche collezioni della sua città natale, la pittura veneziana e fiamminga, che furono decisive nell'avviarlo al suo colorito morbido e chiaroscurato. Divenuto famoso, ebbe molte committenze, soprattutto dalle comunità religiose. Nel 1660 fondò a Siviglia un'Accademia di belle arti nella Casa Lonja. Verso il 1670 il re Carlo II chiese a M. di trasferirsi a Madrid, ma l'artista declinando l'invito rimase a Siviglia, dove nel 1672 eseguì diversi quadri per adornare la nuova cappella dell'Ospedale della carità, che ne conserva soltanto cinque. Nel 1680 il pittore, mentre lavorava nel convento dei cappuccini a Cadice, cadde dal ponte, e, tornato in grave stato a Siviglia, morì.

Opere

A Siviglia (1645-46) dipinse undici tele, poi disperse in sedi diverse, per il convento di S. Francesco: di queste, mentre il S. Diego tra i poveri (Madrid, Accademia di San Fernando) è strettamente dipendente dall'arte di Alonso Cano, la Cucina degli angeli (Parigi, Louvre) mostra una maniera pittorica più calda e ricca di effetti chiaroscurali. La Sacra Famiglia del Prado o la Cena di Santa Maria la Blanca a Siviglia risentono ancora dell'influenza di Ribera, ma i SS. Isidoro e Leandro della cattedrale di Siviglia, o la Nascita della Vergine al Louvre, mostrano uno stile fluido, una particolare sensibilità luministica e cromatica. Nella Visione di s. Antonio (1656), sempre nella cattedrale di Siviglia, il chiaroscuro si risolve in maniera brillante e superba. Tra le sue opere maggiori, oltre ai quadri del Prado che illustrano la Fondazione di S. Maria Maggiore a Roma (1665), sono i grandi cicli per il convento dei Cappuccini (1665-70), per la chiesa dell'Ospedale della Carità (1670-74). Morì subito dopo aver terminato il suo ultimo quadro, lo Sposalizio di s. Caterina (1681), per la chiesa dei Cappuccini di Cadice. Fu soprattutto popolare per le sue Madonne e Immacolate, immagini soffuse di sentimentalismo patetico, che, se resero viva la sua fama fino all'Ottocento, tuttavia condizionarono un certo tipo di critica che sottovalutò il suo vero valore poetico. Notevoli i suoi quadri di genere, le scene e i tipi picareschi e soprattutto i ritratti (Don Andrés de Andrade, New York, Metropolitan museum of art; Caballero de golilla, Madrid, Prado).

Vedi anche
Baròcci, Federico, detto il Fiori Baròcci (o Baròccio), Federico, detto il Fiori. - Pittore (Urbino prob. 1535 - ivi 1612), pronipote di Ambrogio da Milano (v.), studiò a Urbino con B. Franco, a Pesaro con B. Genga, suo zio, e a Roma con T. Zuccari. Ivi dipinse, con altri, alcuni affreschi (1561-1563) nel casino di Pio IV. Ammalatosi ... Luca Giordano Pittore (Napoli 1632 - ivi 1705); avviato all'arte dal padre Antonio, dopo aver frequentato lo studio di J. Ribera, appena tredicenne, nel 1645, si recò a Roma dove, dopo essersi esercitato a copiare grandi maestri, attento specialmente allo studio delle opere di Raffaello, Michelangelo, dei Carracci ... Siviglia (sp. Sevilla) Città della Spagna sud-occidentale (699.759 ab. nel 2008; 1.500.000 ab. considerando l’intera agglomerazione urbana); capoluogo della comunità autonoma dell’Andalusia. È situata sulla sinistra del Guadalquivir, a 80 km dalla foce del fiume dove questo è ancora navigabile. Centro commerciale ... Cadice (sp. Cádiz) Città della Spagna meridionale (128.554 ab. nel 2007), capoluogo della provincia omonima. Sorge sulla costa atlantica, all’estremità inferiore della Penisola Iberica, sulla piatta estremità settentrionale di un’esile lingua alluvionale, con la quale termina la penisoletta chiamata Isla de ...
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Altri risultati per Murillo, Bartolomé Esteban
  • MURILLO, Bartolomé Esteban
    Enciclopedia Italiana (1934)
    MURILLO, Bartolomé Esteban José F. Rafols Pittore, nato a Siviglia il 31 dicembre 1617, morto ivi il 3 aprile 1682. Era figlio di Gaspar Esteban (unico cognome usato dal padre), ma assunse il nome della zia Anna Murillo, presso la quale era stato accolto orfano. Ancora fanciullo entrò nello studio ...
Vocabolario
bartolomita
bartolomita s. m. (pl. -i). – 1. Religioso appartenente alla congregazione di monaci armeni (chiamati anche «fratelli armeni») che, profughi in Italia, si stabilirono nel 1307 a Genova, con sede nella chiesa di S. Bartolomeo. 2. Religioso...
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