Vescovo (m. prima del 964) dal 924; promosse tra i primi la riforma ecclesiastica, bollando la simonia e il nicolaismo e denunciando il grave scandalo dei prelati fanciulli e incolti, e difese, contro le autorità laiche, la libertà della Chiesa; ebbe relazioni con Berengario II, Ugo e Lotario II, dai quali ottenne privilegi e donazioni per la sua diocesi. Lasciò una Expositio in epistolas Pauli, una raccolta di 100 canoni (Capitulare) sui doveri ecclesiastici, e un Libellus de pressuris ecclesiasticis (940 circa); ci sono pervenuti anche varî sermoni e alcune lettere.