Robinson, Arthur
Regista e sceneggiatore cinematografico statunitense, nato a Chicago il 25 giugno 1888 e morto a Berlino il 20 ottobre 1935. Fu attivo soprattutto in Germania, dove diresse il suo capolavoro, Schatten ‒ Eine nächtliche Halluzination (1923), una della più importanti opere dell'Espressionismo.
Di origine tedesca e di famiglia ebrea, si trasferì in Germania per studiare medicina all'università di Monaco, ma dopo aver esercitato per breve tempo la professione l'abbandonò per il teatro; dal 1914 scrisse i primi soggetti per il cinema e nel 1917 con Nächte des Grauens debuttò nella regia cui si sarebbe dedicato completamente a partire dal 1923, pur continuando a sceneggiare quasi tutti i suoi lavori. In particolare con Zwischen Abend und Morgen (1923) e ancor più con Schatten confermò le doti visionarie e il gusto per le atmosfere inquietanti già dimostrati in precedenza. Schatten, dalla complessa struttura narrativa, si presenta da un lato come un intenso dramma e dall'altro come un'indagine sulla psiche umana; unisce una marcata stilizzazione a un erotismo prorompente, e le sue tonalità crepuscolari descrivono un mondo di ambiguità, chiaroscuri e riflessi, dove la dimensione onirica e le atmosfere cupe evidenziano il tormentato stato emotivo dei personaggi, ripresi nelle loro più sfrenate fantasie: fondamentale fu a tal fine il contributo dello scenografo Albin Grau e dell'operatore Fritz Arno Wagner. Del tutto privo di didascalie, Schatten è un perfetto esempio di titelloser: all'interno del dibattito sul ruolo dei testi nello spettacolo cinematografico R. rappresentò infatti (con Karl Grune e Lupu Pick) la posizione più estrema, sostenendo che l'autonomia e la specificità della nuova arte comportavano l'abolizione di ogni supporto scritto. Il pubblico rimase però sconcertato e, al contrario della critica, ebbe una reazione decisamente negativa. R. passò quindi a produzioni più commerciali, pur rimanendo sempre a un alto livello di professionalità, anche grazie all'apporto di operatori come Wagner, Carl Hoffmann, Werner Brandes, Theodor Sparkuhl, e di scenografi come Grau, Paul Leni, Walter Röhrig. Entrato a far parte dell'UFA, diresse Pietro, der Korsar (1925; Pietro il corsaro), dal romanzo Pietro der Korsar und die Jüdin Cheirinca di W. Hegeler, Manon Lescaut (1926), dove le scenografie sontuose e l'illuminazione accurata arricchiscono il romanzo dell'abate A.-F. Prévost, Der letzte Walzer (1927; L'ultimo valzer), dall'operetta di O. Straus, e Looping the loop (1928; Il cerchio della morte), acuta riflessione sul mondo del circo e sul dramma della gelosia. Alla fine degli anni Venti lavorò per un breve periodo in Inghilterra per la British International Pictures, rappresentando con meticolosa attenzione le atmosfere di Dublino in The informer (1929; Vampate rosse), di cui realizzò una versione muta e una postsincronizzata limitatamente ad alcuni effetti e a brevi scene dialogate, dal romanzo di L. O'Flaherty successivamente ripreso da John Ford (1935). Si trasferì in seguito a Hollywood, dove per la Metro Goldwyn Mayer diresse le versioni francesi o tedesche di alcuni film statunitensi. Tornato in Germania, girò, di nuovo per l'UFA, la commedia Des jungen Dessauers grosse Liebe (1933; Amore di principe), il dramma sentimentale Fürst Woronzeff (1934; Il principe Voronzeff), tratto dal romanzo di M. von Simpson, e il musical Mach' mich glücklich (1935; Fammi felice). Realizzò invece in Austria il suo ultimo film, Der Student von Prag (1935; Lo studente di Praga), terza trasposizione cinematografica del romanzo di H.H. Ewers (dopo quelle di Stellan Rye, 1913, e di Henrik Galeen, 1926), in cui ripropose in chiave fortemente simbolica i temi del doppio, dell'alienazione e del desiderio.
Robison Arthur, in CineGraph. Lexicon zum deutchsprachigen Film, hrsg. H.-M. Bock, München 1984, ad vocem.