- Assieme a New York, e attualmente con Miami, L.A. si configura sul territorio statunitense come uno dei più grandi centri di produzione e promozione di arte urbana, che sia essa writing, street art o muralismo urbano. La città è spesso meta della visita o del trasferimento di alcuni tra i più quotati e popolari artisti dei muri contemporanei, da S. Fairey a Banksy.
Writing. I barrios latini di L.A. possono rivendicare il legame con una tipologia di graffiti totalmente indipendente da quella di New York e Filadelfia, originata attorno agli anni Trenta del secolo scorso. I cosiddetti cholo graffiti, in realtà, antepongono l’interesse pratico a quello estetico, quasi del tutto inesistente. Attraverso questi segni, calligraficamente derivanti dal ricordo di caratteri gotici e antichi ideogrammi Maya, le gang locali comunicano l’appartenenza ad un gruppo e delimitano i confini di un territorio. Sul volgere degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta Chaz Bojorquez e Craig R. Stecyk III sono le prime personalità a trascendere il lato meramente funzionale dei cholo graffiti, il primo elaborando la celebre immagine a stencil del Señor Suerte (1969), in assoluto uno dei primi stencil artistici ad essere creati, il secondo contaminando i graffiti con il mondo dei nascenti skater dell’area di Venice Beach. L’età “moderna” dei graffiti nella metropoli californiana inizia con l’approdo del wildstyle da New York, articolandosi su modalità di stile e di azione che, per quanto tradiscono in parte un imprescindibile debito di derivazione, sono autentiche del luogo e si costituiscono insieme alla natura della città e del suo tessuto urbano. I gomitoli di autostrade che si intrecciano una sull’altra, percorse ogni giorno da migliaia di autovetture, costituiscono uno dei paesaggi più comuni e insieme una delle aree più frequentate dai writer della città. I pannelli di indicazione stradale e i giganteschi billboards che si stagliano all’orizzonte sono superfici che veicolano un altissimo grado di visibilità. Risk è nella seconda metà degli anni Ottanta uno dei primi writer di L.A. a costruire la propria fama dipingendo sui sovrappassi dell’autostrada. Una vera e propria impresa che segna la storia del writing nella metropoli californiana è quella completata da Saber nel 1997, il quale dipinge quello che viene considerato il primo graffito visibile dal satellite (76x17 metri) sulla parete della sponda di contenimento del L.A. River, altro luogo simbolo del movimento locale. Lo stesso Saber rappresenta con Revok e Pose uno dei maggiori interpreti degli ultimi due decenni di graffiti a L.A., rappresentando con questi il protagonista di uno stile multiforme, esuberante, dai colori accesi e che, nelle sue vertigini di complicatezza, risucchia completamente la lettera all’interno di una fitta trama di elementi formali tendenti ad una decisa astrazione decorativa.
Street art. Assecondando l’emersione istituzionale e commerciale dell’arte urbana, L.A. ne è divenuta una meta di grande richiamo, particolarmente concentrata sul suo lato più glamour. Combinandosi con le dinamiche dello spettacolo e dell’arte di alta gamma qui la street art, più che in altre città del mondo, forma uno dei suoi establishment di riferimento. Così Hollywood e l’Arts District, centri di produzione creativa, ne diventano il palcoscenico, favorendone l’accostamento ai circuiti mainstream della cultura. Numerosi artisti internazionali vengono attratti da queste ribalte, come gli inglesi D-Face e Banksy, quest’ultimo impegnato più volte in città, con appuntamenti che vanno dalla grande mostra del 2006, Barely Legal, sino al 2011, quando il suo film-documentario Exit Through the Gift Shop viene candidato all’Oscar. La grande stella locale rimane in ogni caso S. Fairey, il più conosciuto artista americano nel campo dell’arte urbana, che da tempo ha eletto L.A. quale propria residenza. Fairey insieme a sei decenni di arte urbana a L.A., New York e altre città del mondo sono stati protagonisti della grande mostra Art in the Streets, tenuta nel 2011 al MOCA (Museum of Contemporary Art), un percorso inedito per una istituzione americana lungo la storia dei graffiti e della street art. Nell’ambiente locale emerge anche un pronunciato interesse muralista legato alla lunga tradizione che in California parte dalle commissioni degli anni Trenta ai muralisti messicani ed arriva sino al movimento artistico Chicano degli anni Settanta. La schiera contemporanea degli artisti che si confrontano con grandi pareti esterne è guidata da nomi come A. Kofie, El Mac e Retna, con gli ultimi due spesso impegnati in collaborazioni dove i grandi ritratti del primo vengono sovrapposti al complesso sistema di criptiche calligrafie del secondo.