Fisico francese (Poleymieux-lès-Mont-d'Or, Lione, 1775 - Marsiglia 1836), noto per le ricerche su elettricità e magnetismo. Riuscì a formulare su solide basi matematiche la legge fondamentale dell'elettrodinamica. Stabilì, inoltre, un legame tra effetti elettrici e magnetici mostrando che un circuito percorso da corrente è equivalente a un ago magnetico (principio di equivalenza di A.). In suo onore è stata denominata (simbolo A) l'unità di misura della corrente elettrica nel Sistema internazionale.
Figura eminente della scienza del primo Ottocento, diede contributi di rilievo in diversi campi: la fisica, la chimica, le scienze naturali, la matematica, l'epistemologia. Nato da una famiglia di piccoli commercianti, si rivelò ingegno assai precoce. Perso il padre sulla ghigliottina nel 1793, per le conseguenti difficoltà economiche solo dal 1805 poté dedicarsi a Parigi alla ricerca scientifica, soprattutto in matematica fino al 1820, e in chimica, in cui giunse alla scoperta della famosa legge di Avogadro qualche anno prima dello scienziato italiano, anche se i suoi lavori rimasero inediti fino al 1814.
Le grandi ricerche di A. sull'elettrologia si collocano tra il 1820 e il
Avendo seguito come membro dell'Académie des Sciences l'esposizione fatta all'Académie da F. Arago dell'esperimento di Oersted relativo alla rotazione di un ago magnetico in prossimità di un filo percorso da corrente, A. proseguì su solide basi matematiche gli sforzi di Biot e Savart di riduzione di tale azione rotatoria alle azioni a distanza rettilinee previste dalla fisica newtoniana, da lui ritenuta universalmente valida. Mediante l'analisi A. riuscì quindi ad enunciare la "legge elementare" dell'elettrodinamica interpretando l'azione rotatoria come equivalente a una somma di azioni rettilinee fra elementi di corrente. Si lega a tali ricerche l'ardita ipotesi sulla natura elettrica del magnetismo, secondo cui ogni molecola di un corpo magnetico è circondata da una corrente elementare circolare, ipotesi in cui si è voluto vedere l'antecedente diretto delle moderne teorie elettroniche della materia. Dopo la pubblicazione nel 1826 della Théorie mathématique des phénomènes électrodynamiques uniquement déduite de l'expérience, memoria riassuntiva delle sue ricerche elettrologiche, A. si dedicò prevalentemente a riflessioni filosofiche ed epistemologiche, che raccolse nell'Essai sur la philosophie des sciences ou Exposition analytique d'une classification naturelle de toutes les connaissances humaines (I vol. 1834, II vol. 1843), anche se i risultati della sua meditazione filosofica vanno forse cercati soprattutto nel suo ricco carteggio con Maine de Biran. In A. l'idea illuministica della scienza come attività culturale unitaria e aperta, sebbene ancora presente, viene tuttavia limitata da una più moderna accentuazione dello specialismo scientifico e dalla rivendicazione del supremo valore dell'esperienza soggettiva e religiosa.