Accademia d’Italia Fondata nel 1926 ma inaugurata nel 1929, si componeva di 4 classi (scienze morali e storiche; scienze fisiche, matematiche e naturali; lettere; arti) e di 60 accademici. L’intento politico, in un momento in cui non era stato ancora imposto l’obbligo del giuramento fascista ai membri delle antiche accademie esistenti, era quello di contrapporre loro un nuovo corpo, emanazione del regime. Nella carica di presidente si succedettero T. Tittoni; G. Marconi (dal 1930); G. d’Annunzio (dal 1937); L. Federzoni (dal 1938); G. Gentile (dal 1944); G. Dainelli, dal 1944).
L’A., che aveva sede a Roma nella villa Farnesina di A. Chigi, non si emancipò dalla tutela del governo e fu travolta dal crollo del fascismo. Dopo il 25 luglio 1943, fu trasferita a Firenze; poi nella Villa Carlotta presso Tremezzo (lago di Como), dove, al tempo della Repubblica sociale italiana, continuò a vivere fino al 25 aprile 1945, benché ufficialmente soppressa dal governo legale fin dal 28 settembre 1944. Le sue funzioni culturali e il suo patrimonio passarono alla ricostituita Accademia dei Lincei, che l’A. aveva forzatamente annesso nel 1939.