Prima lettera dell’alfabeto latino.
Deriva dall’alfabeto fenicio, attraverso quello greco; il suo nome greco alfa è l’adattamento della parola fenicia ’lp «toro», dalla forma primitiva del segno; dal fenicio anche il nome ebraico ’alep (‹-ph›, tradizionalmente pronunciato ‹àlef›), e quello arabo alif. Nel fenicio e in altre lingue semitiche indica una consonante esplosiva articolata nella glottide e si traslitterare solitamente con il segno ’. Di questa lettera i Greci si servirono per indicare i fonemi vocalici ă (breve) e ā (lungo), con un valore che si è in sostanza conservato negli alfabeti derivati. In italiano la lettera a rappresenta un fonema vocalico che, rispetto agli altri sei esistenti, è caratterizzato dall’articolazione centrale (intermedia, cioè, tra l’articolazione arretrata delle vocali velari ò, ó, u, e l’articolazione avanzata delle vocali è, é, i) e dalla massima apertura orale. Nelle concrete realizzazioni del fonema si possono riscontrare tipi di a diversi per timbro e durata, diversità dovute alla natura dei fonemi immediatamente precedenti o seguenti (per es., fonemi consonantici velari o palatali producono nella a successiva un lieve arretramento o, rispettivamente, avanzamento dell’articolazione), alla posizione della a rispetto all’accento (in sillaba aperta, una a tonica è più lunga di una a atona), o alla diversa provenienza regionale del singolo parlante. La a italiana continua sia le a brevi, sia le a lunghe latine, toniche e atone.
A indica una classe spettrale di stelle, suddivisa in 10 sottoclassi, da A0 ad A9.
In fisica e metrologia, A è il simbolo di ampere e, in fisica nucleare, del numero di massa; nella meccanica, a è il simbolo dell’accelerazione; in ottica, A indica l’assorbanza ottica; in spettroscopia, A indica la riga di Fraunhofer, corrispondente a 7593 Å.
Per l’accezione musicale ➔ notazione.