zingaro
zìngaro (o żìngaro; ant. o pop. zìngano, zìnghero o zìngherlo, tutti con pron. sorda o sonora) s. m. e agg. [adattam. ital. di uno dei nomi, Atsigan e più tardi Tsigan, dati agli Zingari per adattam. del gr. mediev. Αϑίγγανος, pop. Ατσίγγανος, propr. «intoccabile», che, al plur., designava una setta di manichei provenienti dalla Frigia]. – 1. s. m. (f. -a) a. Appartenente al gruppo etnico degli Zingari, che, dalla propria sede originaria nell’India nord-occid., si diffuse tra il 10° e il 16° sec. in Europa e nell’Africa settentr., conservando le tradizioni di vita nomade in carri e accampamenti, e di attività non fisse come il commercio di cavalli, la lavorazione e riparazione di oggetti di rame, la musica ambulante, la chiromanzia e l’accattonaggio: una tribù, un accampamento, un carro di zingari; uno z. suonatore di violino, una z. abilissima nel predire il futuro. b. Con riferimento alla loro vita nomade, senza dimora né casa fissa e in condizioni di scarsa igiene, o al modo di vestire e di curare la persona considerato trascurato e sporco, si usa spesso come termine di confronto o di identificazione in espressioni fig., di tono spreg. o polemico, come fare una vita da zingaro, vivere come zingari, essere soggetti a continui trasferimenti o cambiamenti di sede, oppure a vivere in alloggi provvisorî e inadatti; va in giro vestito come uno z., sembra uno z., vestito male, trascurato nella persona, sporco o trasandato (e analogam. al femm., come una zingara). 2. agg. Degli Zingari (come forma meno com. di zingaresco): le comunità z.; la musica z., un’orchestra z.; la lingua z., e come s. m. lo zingaro, lingua (che gli Zingari stessi chiamano romanī čib: v. rom) costituita da un fondo neo-indiano nord-occidentale sul quale si sono sovrapposti elementi arabo-persiani, armeni, rumeni e di altre lingue dei paesi in cui i varî gruppi sono vissuti. In usi fig., con valore per lo più spreg. o negativo, da zingaro: che vita z. è questa! ◆ Dim. zingarèllo, e più com. il femm. zingarèlla (per un sign. partic., v. la voce), zingaro o zingara molto giovani; pegg. zingaràccio e femm. zingaràccia (tutti con iniziale sorda o sonora).