zapaterizzazione
s. f. Omologazione al modello politico proposto da José Luis Rodríguez Zapatero. ◆ «Il sistema italiano, la nostra Chiesa di popolo è stata ed è un elemento decisivo di resistenza alla secolarizzazione nichilistica. Coinvolgerla in uno scontro frontale, questo sì potrebbe portare al risultato di inverare la profezia per me infausta di una nostra zapaterizzazione. Ecco perché devono prevalere il metodo del confronto, l’attenzione alla complessità della lezione del Papa, sia negli aspetti della morale personale sia in quelli della morale sociale» [Gianfranco Brunelli]. (Foglio, 12 novembre 2004, p. 3) • A chi parla di pericolo di zapaterizzazione in Toscana, [Alessio] De Giorgi risponde: «Il pericolo non esiste se per questo fenomeno si intende uno scontro epocale con larga parte del mondo cattolico, come sta avvenendo in Spagna: con i cattolici toscani, Monsignor [Simone] Scatizzi vescovo di Pistoia a parte, non vogliamo rinunciare a rompere quella convivenza pacifica che in questi anni abbiamo costruito. Certo, se invece per zapaterizzazione significa liberare completamente intere generazioni di gay e lesbiche dall’invisibilità e dai condizionamenti sociali, allora questo non solo è un rischio, ma è un obiettivo per cui vale la pena di lottare». (Claudia Riconda, Repubblica, 23 agosto 2005, Firenze, p. VI).
Derivato dal nome proprio (José Luis Rodríguez) Zapatero con l’aggiunta del suffisso -izzazione.