whistler
〈u̯ìslë〉 s. ingl. [der. di (to) wistle «fischiare»] (pl. whistlers 〈u̯ìslë∫〉), usato in ital. al masch. – In geofisica, termine con cui si indicano internazionalmente, per lo più al plurale, segnali elettromagnetici presenti nell’atmosfera terrestre, caratterizzati da bassissima frequenza (da qualche decina di Hz a qualche kHz, ed eccezionalmente sino a 10-15 KHz) e da un’abbastanza rapida variazione di questa in senso discendente (tipicamente, da 6-8 kHz a poche centinaia di Hz in 1-3 secondi); si tratta di onde elettromagnetiche che si originano in scariche elettriche atmosferiche e si propagano da un punto all’altro della superficie terrestre seguendo linee di forza del campo geomagnetico e quindi, seguendo traiettorie che penetrano più o meno profondamente nello spazio circumterrestre, sino a distanze dell’ordine di qualche raggio terrestre; dallo studio delle loro caratteristiche possono essere ricavate informazioni sulle densità elettroniche nella parte più alta dell’atmosfera della Terra. La denominazione data a tali segnali deriva dal fatto che se si connette l’ingresso di un normale impianto di amplificazione sonora a un lungo filo metallico funzionante da antenna per tali segnali, questi si manifestano, negli altoparlanti dell’impianto, come fischi o sibili di tono musicale discendente, in ciò differendo dai segnali cosiddetti atmosferici (v. atmosferico, nel sign. 2), cioè dai radiodisturbi che accompagnano le scariche elettriche atmosferiche, i quali si presentano invece, come è ben noto, come crepitii privi di carattere musicale.