volteggiare
v. intr. [der. di volta1] (io voltéggio, ecc.; aus. avere). – 1. a. Descrivere ampî giri, rimanendo nella stessa zona. È riferito soprattutto a uccelli in volo e ad aeromobili: l’aquila volteggiava alta nel cielo; il ricognitore cominciò a v. sopra il convoglio; nel cielo volteggiava un deltaplano rosso (Marco Lodoli). In equitazione, eseguire uno o più volteggi (v. volteggio, n. 1): v. in corsa, o da fermo sul cavallo; cambiare continuamente direzione, voltare continuamente da una parte e dall’altra, fare giravolte: un cavallo, un cavaliere che volteggia con molta eleganza; la ballerina volteggiava leggera sul palcoscenico; e l’uno e l’altro Nel pugnar volteggiando è dotto e scaltro (T. Tasso); in usi fig., divagare: ma eccolo di nuovo a quel suo serpeggiare, v. e saltar di palo in frasca (Manzoni). Anche come trans. con valore causativo: v. il cavallo, farlo andare intorno, fargli fare continue voltate. b. In ginnastica, eseguire volteggi: v. sulle parallele. 2. Nel linguaggio marin. ant., e nel moderno linguaggio sport. della vela, lo stesso che bordeggiare: v. lungo la costa; anche con uso trans.: v. un promontorio; eccoti a vista Giunto d’Italia ... Ma fa mestier di volteggiarla ancora (Caro).