volontariato
s. m. [der. di volontario, sul modello del fr. volontariat]. – 1. L’arruolarsi e il prestare servizio, come volontario, nelle forze armate di uno stato o in una formazione militare o paramilitare: una brigata formata con forze provenienti dal volontariato. In partic., v. ordinario, prima dell’abolizione dell’obbligo di leva, arruolamento volontario in speciali categorie tecniche, contratto prima della normale chiamata con particolari condizioni (età non inferiore a 16 anni, assenso dei genitori o di chi ne faceva le veci, stato civile di celibe, buona condotta, eventuale maggiore durata della ferma, ecc.). Il servizio stesso prestato come volontario in forze e formazioni armate: dopo due anni di volontariato chiese di essere mandato in congedo. 2. Prestazione volontaria di lavoro, gratuita o semigratuita, fatta al fine di acquisire la pratica necessaria allo svolgimento di un’attività professionale o di un lavoro, e il relativo titolo di riconoscimento. In particolare, l’attività e il servizio che si prestava come assistente volontario presso università e istituti di istruzione universitaria (fino al 1975), o presso gli ospedali. 3. Prestazione volontaria e gratuita della propria opera, e dei mezzi di cui si dispone, a favore di categorie di persone che hanno gravi necessità e assoluto e urgente bisogno di aiuto e di assistenza, esplicata per far fronte a emergenze occasionali oppure come servizio continuo (come attività individuale o di gruppi e associazioni): l’importanza del v. nella Croce Rossa; l’apporto insostituibile del v. nell’assistenza ai disabili; i primi aiuti ai terremotati (o ai profughi, ai feriti dell’esplosione, ecc.) sono venuti dal volontariato.