volgere
vòlgere v. tr. e intr. [lat. vŏlvĕre] (io vòlgo, tu vòlgi, ecc.; pass. rem. vòlsi, volgésti, ecc.; part. pass. vòlto). – 1. tr. a. Piegare, indirizzare verso un luogo o un punto determinato; è voce d’uso piuttosto elevato (alla quale nell’uso com. si preferisce voltare, rivolgere, dirigere); il compl. ogg. è di solito una parte del corpo del soggetto o una cosa che dipende strettamente dalla sua volontà: v. gli occhi, lo sguardo, il viso; Così tutta la gente che lì era, Volgendo ’l viso, raffrettò suo passo (Dante); tu volgi intanto A’ miei versi l’orecchio (Parini); Colei che vera al portamento Diva In me volgeva sue luci beate (Foscolo); v. le spalle, di chi stando fermo mostra le spalle a un’altra persona (scusate se vi volgo le spalle!), o di chi se ne va voltandosi con movimento brusco: mi ha volto le spalle senza rispondermi, quel villano; anche in senso fig.: v. le spalle alla fortuna; Per farvi al bel desio volger le spalle (Petrarca); v. il passo (o i passi), dirigersi, incamminarsi, e quindi v. il cammino verso un luogo; v. la prua verso la riva; v. le insegne, le armi contro il nemico; e come seppe, verso una selva grandissima volse il suo ronzino (Boccaccio). In usi fig., con un compl. ogg. astratto, indicante sentimenti o pensieri del soggetto: v. il pensiero, la mente, il saluto, la parola; v. l’animo a ...; v. l’ira, l’odio contro ...; or volgi Le tue cure per poco ad altro obbietto Non indegno di te (Parini), rivolgi, dedica le tue cure; perché hai le gentili Forme e l’ingegno docile Vòlto a studj virili? (Foscolo); infin ch’arriva Colà dove la via E dove il tanto affaticar fu volto (Leopardi). b. non com. Girare: v. la chiave nella toppa; Io son colui che tenni ambo le chiavi Del cor di Federigo, e che le volsi, Serrando e diserrando, sì soavi ... (Dante); E tempra e volge, come vuol, le rote (Poliziano). c. ant. o letter. Con un compl. ogg. di persona, e con valore causativo: L’angel che n’avea vòlti al sesto giro (Dante); Volser Virgilio a me queste parole (Dante), queste parole fecero sì che Virgilio si volgesse a me; abbastanza frequente anche nell’uso com. l’espressione v. in fuga (il nemico), farlo fuggire; Rotti fuor quivi e vòlti ne li amari Passi di fuga (Dante); per l’uso intr. dell’espressione volgere (o volgersi) in fuga, v. oltre. d. fig. Portare qualche cosa a una condizione diversa da quella in cui si trovava inizialmente o in precedenza: audace e fera plebe ... Che ’l ferro uso a far solchi, a franger glebe, In nove forme e in più degne opre ha vòlto (T. Tasso); con accezioni partic. e fig.: v. una frase in mal senso, darle una cattiva interpretazione; v. le cose in burla, in riso, sminuirne l’importanza ridendoci sopra; v. in dubbio, mettere in dubbio: quanto alla favella, pare che non si possa v. in dubbio che gli uomini abbiano facoltà di comunicarla alle macchine che essi formano (Leopardi); v. nella mente, nell’animo, in sé, e sim., letter. o non com., pensare, esaminare fra sé, proporsi di fare qualcosa: Volge tra sé Goffredo a cui commetta La dubbia impresa (T. Tasso); perocché nel petto Sempre il cor gli volgea le ardite imprese (V. Monti). e. ant. Avvolgere, circondare, attorniare: Come la cerchia che dintorno il volge (Dante); distogliere: Di quella vita mi volse costui Che mi va innanzi (Dante); in partic., voltare, cioè trasferire beni o partite, spedire le merci da una dogana all’altra, impiegare denari in un banco. 2. intr. (aus. avere e in alcuni usi essere, ma i tempi composti sono rari, mentre è com. l’uso con la particella pron.) a. Rivolgersi, piegarsi col corpo o con parte di esso verso qualcuno o qualche cosa; o anche dirigersi, camminando, verso un luogo; volgersi a destra, a sinistra; volgersi indietro; l’animo mio, ch’ancor fuggiva, Si volse a retro a rimirar lo passo (Dante); si volse verso di lui e gli disse ...; il fiore del girasole si volge sempre ai raggi del sole; volgersi dall’altra parte; volgersi attorno, girare intorno la testa e lo sguardo. Senza particella pron.: Volgemmo e discendemmo a mano stanca (Dante); Volta la ninfa al suon delle parole, Lampeggiò d’un sì dolce e vago riso (Poliziano); volgere (o volgersi) in fuga, cominciare a fuggire: A seguitar costei che ’n fuga è volta (Petrarca); nel passivo, con valore mediale: ’mpediva tanto il mio cammino, Ch’i’ fui per ritornar più volte vòlto (Dante), che io mi voltai più volte per ritornare indietro. Con soggetto inanimato, piegare, mutando direzione: la strada volge a destra, a sinistra; talvolta anche per indicare un orientamento rispetto ai punti cardinali: Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno (Manzoni). b. fig. Rivolgere le proprie cure, la propria attività a qualche oggetto, dedicarsi: volgersi agli studî di medicina; in usi letter., passare da un argomento a un altro: da questo volgendosi a riprendere il popolo che ascoltava (Boccaccio); e passare da un proposito a un altro: e poi, di Sofronia ricordandosi, in contrario volgendo, ogni cosa detta dannava (Boccaccio). Di passione, sfogarsi, riversarsi: temeva che l’odio dei parenti si volgesse contro di lei. c. Con la prep. a, avvicinarsi, approssimarsi: il sole volge al tramonto; le nostre fatiche volgono al termine; tendere: un rosso che volge al viola; essere sul punto di evolversi in un dato modo: il tempo volge (meno com. si volge) al brutto; la situazione volge al peggio. d. Mutarsi, trasformarsi, quasi esclusivam. nel part. pass.: Vòlto in bruto, ei fuggì da le mie braccia Tremando per la terra (Carducci). e. letter. Del tempo, con riferimento al moto apparente del firmamento cui il fluire del tempo si associa, trascorrere, essere in corso: Elena vedi, per cui tanto reo Tempo si volse (Dante); più spesso senza la particella pron.: Or volge, signor mio, l’undecimo anno (Petrarca); Già ’l sesto anno volgea, ch’in oriente Passò il campo cristiano a l’alta impresa (T. Tasso); già sei lustri Volgon da poi che il bel tenor di vita Giovinetto intraprese (Parini); nell’infinito sostantivato: col volgere degli anni; e per estens.: in tanto volger di eventi. ◆ Part. pres. volgènte, anche come agg., nel sign. 2 e, come equivalente ant. o raro di corrente, riferito a tempo: l’anno, il mese volgente. ◆ Il part. pass. vòlto conserva sempre il valore participiale anche quando è usato come agg.: con gli occhi volti al cielo; se ne stava volto dalla sua parte; Chi fosti e perché vòlti avete i dossi Al sù, mi di’ (Dante). In araldica, attributo del crescente con le corna rivolte verso il fianco destro dello scudo.