vocalizzare
vocaliżżare v. tr. e intr. [der. di vocale2 e, nel sign. 3, di vocale1]. – 1. tr. a. In fonetica storica, trasformare un suono consonantico in suono vocalico: alcuni dialetti italiani vocalizzano la «l» davanti a consonante (per es., il sicil. àutu «alto», dal lat. altus); spesso come intr. pron.: la «l» si è vocalizzata. b. V. un testo consonantico, aggiungervi dei segni che indichino i suoni vocalici (per l’ebraico, v. puntazione1). 2. intr. (aus. avere) In musica, cantare sulle vocali, non sulle parole o sui nomi delle note; si dice sia in relazione ai pezzi di musica che più propriamente si chiamano vocalizzi (v.), sia in relazione ai melismi e alle fioriture che si svolgono appunto sulle vocali. 3. intr. (aus. avere) Emettere, articolare suoni di voce, nella partic. accezione del n. 3 di vocalizzazione. ◆ Part. pass. vocaliżżato, anche come agg.: consonanti vocalizzate; testi vocalizzati o non vocalizzati, i testi (semitici, o di altre lingue che normalmente non notino nella scrittura le vocali) in cui sono aggiunti o no i segni delle vocali. In musica, canto vocalizzato, quello in cui predominano i vocalizzi; in partic., in tutte le varietà di canto liturgico, compare accanto al canto sillabico, cioè con una sola o pochissime note per sillaba, il canto vocalizzato, con più o meno abbondanti gruppi di note per ogni sillaba.