vivanda
s. f. [dal fr. viande (che è il lat. vivenda, der. di vivĕre), nel sign. ant. di «vivanda»]. – Il cibo, cotto o crudo, preparato per essere mangiato, con riferimento a ogni singola preparazione culinaria: condire, mettere in tavola le v.; v. semplici, manipolate; v. prelibate, ghiotte, gustose; Mele e locuste furon le vivande Che nodriro il Battista nel diserto (Dante); l’abate e tutti gli altri ordinatamente e di buone v. e di buoni vini serviti furono (Boccaccio); il lombardo ... Sardanapalo Cui solo è dolce il muggito de’ buoi Che dagli antri abdüani e dal Ticino Lo fan d’ozi bëato e di vivande (Foscolo). La mistica v., l’ostia consacrata: in quella che s’appresta il sacerdote A consacrar la mistica v. (Giusti). Nell’uso ant. o letter., con accezione più varia, per indicare l’insieme delle pietanze che si portano in tavola: la v. venne, ma egli ... poco mangiò (Boccaccio); col sign. di portata: essendo ... alle tavole ancora alla prima v. (Boccaccio); col sign. di viveri, vettovaglie: i popoli erano esausti ... d’animo e di vivanda (Bacchelli). ◆ Dim. vivandétta, vivandina; spreg. vivandùccia.