vipera
vìpera s. f. [lat. vīpĕra, prob. da *vivipĕra = vivipăra (per la -ĕ- al posto di -ă-, cfr. puerpera) «che partorisce i nati vivi», secondo una credenza accolta anche da Plinio]. – 1. a. Genere di serpenti (lat. scient. Vipera) della famiglia viperidi, comprendente quasi tutte le specie velenose diffuse in Europa, il cui veleno, contenuto nelle ghiandole velenigene, è utilizzato per uccidere le prede: ha azione emotossica e può essere letale anche per l’uomo. La specie più diffusa in Italia è la v. comune (lat. scient. Vipera aspis), lunga 50-60 cm, dalla testa larga, ben distinta dal collo, con muso lievemente rivolto all’insù, tronco grosso e coda brevissima, di colore grigio con macchie nere che, fondendosi, possono assumere l’aspetto di una striscia a zig-zag lungo la regione vertebrale; si trovano invece solo in determinate regioni italiane la v. dal corno (lat. scient. Vipera ammodytes), la v. dell’Orsini (lat. scient. Vipera ursinii) e il marasso (lat. scient. Vipera berus). V. soffiante, nome comune del serpente Bitis arietans, della famiglia viperidi, diffuso nelle savane africane, lungo circa 1 m, dotato di un veleno assai tossico, letale anche per l’uomo. b. Con riferimento metaforico a persona irascibile e maligna capace di reazioni improvvise e violente, perlopiù con valore spreg.: Gesù chiamò i Farisei razza di vipere; ha una lingua di v.; era arrabbiato come una v.; pareva una v.; spec. alludendo a donne irascibili, aggressive e maligne: risponde, si rivolta come una v.; è una v.; quella v. di sua cognata. Con allusione al biscione, insegna della famiglia dei Visconti: Non le farà sì bella sepultura La v. che Melanesi accampa, Com’avria fatto il gallo di Gallura (Dante). 2. estens. a. Vipera di mare, nome di un pesce della famiglia ofictidi, Ophisurus serpens. b. Pesce vipera, pesce abissale dell’ordine salmoniformi (Chauliodus sloani), presente anche nel Mediterraneo fino a 3500 m di profondità. 3. Imbarcazione lagunare oggi molto rara, lunga fino a 11 m e molto sottile, con le estremità ugualmente slanciate e appuntite; ai tempi della «Serenissima» poteva avere fino a 6 remi (a forcola, come le gondole) e, molto veloce, era riservata alle sole forze di polizia e vietata ai privati. 4. Cassetta delle v., piccolo baule che seguiva i comici nelle loro peregrinazioni; il nome ricorda le cassette nelle quali erano rinchiusi i serpenti che i saltimbanchi mostravano al pubblico. ◆ Dim. viperèlla, viperétta, viperina; pegg. viperàccia.