violenza domestica
loc. s.le f. Violenza perpetrata nell’ambito familiare o all’interno di una coppia, perlopiù nei confronti di una donna. ◆ Il governo Blair sfodera una nuova arma contro la violenza domestica: il telefonino. Il ministro per i problemi femminili, Lady Jay, propone di dare un cellulare alle donne regolarmente malmenate, affinché possano dare l’allarme. (Corriere della sera, 9 novembre 1998, p. 13, Esteri) • «Credo che la violenza sia una realtà onnipresente. La democrazia riesce in parte a controllarla, ma molte delle sue forme, dalla violenza domestica al razzismo all’antisemitismo, continuano a prosperare. Anche in questo campo – ha concluso [Mario Vargas] Llosa – lo scrittore deve fare la sua parte». (Giornale di Brescia, 20 giugno 2004, p. 36, Cultura e Spettacoli) • La violenza domestica: quante volte accade che siano i mariti a picchiare le mogli o le compagne. Quante volte accade che le botte non vengano denunciate, così come le violenze che possono essere anche psicologiche. Quante volte le storie finiscono con una coltellata fatale. (A. V., Arena, 19 novembre 2007, p. 14, Cronaca).
Composto dal s. f. violenza e dall’agg. domestico.
Già attestato nella Repubblica del 30 agosto 1985, p. 5 (Fabrizio Ravelli).
V. anche violenza familiare.