vettore
vettóre s. m. [dal lat. vector -oris «conducente, portatore», der. di vehĕre «condurre, portare», part. pass. vectus]. – 1. Nel contratto di trasporto, colui che si obbliga, verso corrispettivo, a trasferire persone o cose da un luogo a un altro. Nei traffici marittimi, chi esegue il trasporto di persone o di merci, e in partic. chi lo fa per gli emigranti: a tal fine i vettori devono avere speciale autorizzazione (patente di vettore di emigrazione) dal ministero degli Affari Esteri. V. aereo, imprenditore di trasporti aerei. 2. estens. a. Nella missilistica e nelle sue applicazioni, razzo v., o missile v., o semplicem. vettore, il razzo, dotato anche di sistemi di guida, che ha la funzione di trasportare il carico utile (comunem. è detto missile v. se impiegato per applicazioni militari, razzo v. o v. spaziale negli altri casi). b. Nella navigazione radarassistita, spec. aeronautica, v. guida, o semplicem. vettore, informazione o comando teletrasmessi ad aereo o missile, contenenti gli elementi di moto necessarî (direzione, senso, velocità, quota nonché posizione di riferimento) affinché il velivolo, quando non sia in grado di proseguire da solo la traiettoria stabilita, possa proseguire il volo in sicurezza o portare a compimento la missione intrapresa. c. Nella tecnica, v. energetico, forma di energia che può essere facilmente trasportata in apposite reti fino al luogo di consumo (per es., l’energia elettrica, il gas, il vapore o l’acqua calda nei circuiti di riscaldamento). d. In epidemiologia, nome dato a organismi animali ematofagi (pulci, zecche, zanzare, pipistrelli, ecc.) capaci di trasmettere – mediante puntura o morso – determinate parassitosi, del cui agente patogeno rappresentano un ospite intermedio o definitivo (v. veicolo). Con questo sign., è usato anche in funzione di agg. (col femm. vettrice): insetti v., pulci vettrici. e. In biochimica il termine è adoperato per designare sostanze che fungono da supporto oppure da intermediarie in determinate reazioni biochimiche: v. (o supporto) proteico; v. colloidale; v. (o trasportatore) d’idrogeno, sostanza che nelle reazioni di ossidoriduzione ha funzione di intermediario, assumendo l’idrogeno distaccato in via enzimatica dal substrato che si deve ossidare, per poi cederlo al substrato che si deve ridurre (per es., i coenzimi flavinici, il glutatione, ecc.). f. In biologia, organismo necessario per il trasferimento di un parassita (batterio patogeno, fungo, protozoo o virus) da un individuo (animale o uomo) a un altro; in biologia molecolare, v. di clonazione, molecola di DNA a doppia elica, capace di replicarsi autonomamente in una cellula ospite, nella quale viene inserito un altro frammento di DNA per formare una molecola ricombinante adatta alla clonazione; v. navetta (ingl. shuttle vector), vettore di clonazione che può replicarsi in due o più organismi ospiti. 3. a. In matematica e in fisica, ente che permette di descrivere le grandezze che sono caratterizzate, oltre che da una intensità, cioè da un valore numerico, anche da un orientamento, cioè da una direzione e da un verso (grandezze vettoriali, quali le forze, le velocità, le accelerazioni, in contrapp. alle grandezze scalari che, come la temperatura, sono individuate dal solo valore numerico); per es., rappresentando una forza con un vettore si specifica non solo la sua intensità (che corrisponde alla lunghezza del vettore), ma anche la direzione e il verso secondo cui la forza stessa agisce. Si definiscono v. applicati i segmenti orientati, cioè i segmenti nei quali si distingue fra primo e secondo estremo (se A e B sono, nell’ordine, i due estremi, il vettore viene in genere indicato con la scrittura AB o ABfl, oppure con una lettera minuscola grassetta, v, mentre con |AB| o con v si indica la lunghezza o modulo del vettore; il punto A si chiama punto di applicazione e si dice anche che il vettore è applicato in A); definendo la relazione di equipollenza come quella che associa due vettori se hanno in comune la lunghezza, la direzione ed il verso, si introducono i v. liberi come classi di equivalenza rispetto alla relazione di equipollenza: un vettore libero è, intuitivamente, un vettore del quale non si precisa il punto di applicazione; nell’insieme dei vettori liberi si definiscono le operazioni di somma (o composizione), di scomposizione, di prodotto, ecc., sviluppando così l’algebra dei vettori (o calcolo vettoriale); a partire dalle proprietà di tali operazioni, si arriva a formulare, in un senso matematico più astratto, la definizione di una struttura algebrica detta spazio vettoriale. b. In cardiografia, la rappresentazione grafica della corrente di azione che percorre la cellula miocardica dall’estremità eccitata a quella non eccitata, di grandezza proporzionale all’intensità della corrente e orientata nel senso e nella direzione di questa (v. elettrocardiogramma). c. Con funzione appositiva, raggio v., v. raggio, n. 4.